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Papa Francesco, retroscena Vaticano: "Chi può eleggere il suo successore"

Gabriele Imperiale
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È tempo di riforme e non solo per la nostra Repubblica. Sulle sponde del Tevere, infatti, si starebbe consumando “un’altra e più radicale ‘riforma costituzionale’” che riguarderebbe “niente di meno che il Conclave”. A intestarsi il cambiamento – secondo quanto riporta Corrado Ocone sulle pagine di Libero – sarebbe proprio Papa Bergoglio e non essendo la Chiesa una democrazia “tutto starebbe avvenendo in modo sotterraneo, senza strombazzamenti e senza dibattito”. 

A dare più di qualche indiscrezione delle mosse di Francesco è The Remnant, un quindicinale americano, molto vicino ai conservatori cattolici. Nel nuovo numero, il giornale ha ricostruito i primi passaggi della riforma: il Papa avrebbe già affidato al già rettore della Gregoriana e suo uomo di fiducia – il cardinale Gianfranco Ghirlanda – istruzioni affinché “siano riscritte radicalmente le regole che presiedono all’elezione del papa”.

 

Via le riunioni plenarie, meglio per gruppi – “ognuno guidato da un capo e quindi facilmente indirizzabili”. Nessun diritto di voto ai porporati che hanno superato gli ottanta anni – “per lo più non nominati dall’attuale pontefice”. E infine, “all’assemblea sarebbero aggregati un buon venticinque per cento di laici, donne comprese, nominate direttamente dal Papa in carica”. Con queste mosse, Francesco porterebbe a compimento quella “rivoluzione sinodale” che vuole realizzare da tempo e “volta a limitare drasticamente il potere della gerarchia e di quel clero che ne uscirebbe fortemente depotenziato”. 

 

Sulle indiscrezioni lanciate da The Remnant è già intervenuta la sala stampa vaticana che ha smentito ogni notizia compresi i particolari rivelati dalla rivista su alcune riunioni segrete preparatorie svolte a Santa Marta. Fatto questo che, ricorda Libero, “suonerebbe come una indiretta conferma della stessa” e “mettendo un po’ in fila sia le dichiarazioni papali degli ultimi anni sia alcuni atti concreti” è possibile che “una tale ‘rivoluzione’ avvenga”. Con scenari, potenzialmente inediti: "Celiando, ma non troppo - si legge nell'analisi - potremmo trovarci un Luca Casarini, o un qualsiasi altro attivista no-global, e persino qualche eco-fanatico, con il potere di decidere il nome del capo della cattolicità”. 

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