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Soumahoro, la difesa della moglie: mai comprati beni di lusso coi soldi delle coop

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Ha respinto le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia di questa mattina Liliane Murekatete, moglie del parlamentare Aboubakar Soumahoro, interrogata oggi dal gip di Latina dopo la misura cautelare a suo carico eseguita dalla guardia di finanza nell’ambito dell’indagine su alcune cooperative che si occupavano di migranti e gestite dai familiari di Soumahoro. "Non mi sono mai appropriata di somme della cooperativa né le ho utilizzate per acquisti di borsette o beni superflui", ha detto Murekatet, assistita dal suo avvocato Lorenzo Borrè. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere rendendo però dichiarazioni spontanee al giudice. Murekatete "ha puntualizzato alcuni dati, le pretese distrazioni di somme non sono mai state acquisite da lei - spiega il difensore - i due bonifici da 35mila euro non sono mai stati accreditati, ci sono poi 15 mila euro per l’acquisto di cibo e spese per le strutture e per l’assistenza ai migranti e il resto delle spese, poco meno di 8mila euro, per il contratto di locazione di Bruxelles".

 

Al termine dell’atto istruttorio il giudice si è riservato di decidere. "Se saranno confermati i domiciliari ci rivolgeremo al Riesame di Roma" annuncia il difensore. Anche la suocera di Soumahoro, Marie Therese Mukamitsindo, si è avvalsa della facoltà di non rispondere e ha fatto dichiarazioni spontanee.  Sempre oggi davanti al gup di Latina si è tenuta l'udienza preliminare per un'altra tranche d'inchiesta, quella sui reati fiscali che vede coinvolte, anche in questo caso, la moglie e la suocera di Soumahoro. L'udienza è stata rinviata al prossimo 17 novembre perché il giudice si è riservato di decidere sulle eccezioni di inammissibilità delle costituzioni di parte civile formulate dai difensori degli imputati, che sul punto si sono detti unanimi. Il rinvio a giudizio era stato chiesto dalla procura di Latina.

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