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Medio Oriente, oggi torna in piazza chi condanna Israele e non Hamas

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Dario Martini
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Oggi a Roma sfilano di nuovo in corteo i manifestanti pro Palestina. Lo hanno già fatto la scorsa settimana. E lo faranno anche la prossima. Sette giorni fa erano qualche centinaio, partiti da piazza Vittorio. Oggi il raduno è a piazza di Porta San Paolo (Piramide), direzione San Giovanni. Gli slogan saranno gli stessi. Sul volantino che annuncia la manifestazione si legge: «Stop al genocidio, fine dell’occupazione, Palestina libera». Non ci sono riferimenti ad Hamas, nessuna intenzione di condannare gli attentati terroristici ad Israele. Una settimana fa c’è stato anche chi è arrivato ad urlare: «Fuori i sionisti da Roma», a riprova dell’intolleranza che regna in questo tipo di piazza. I rappresentanti di Unione popolare, forza di estrema sinistra, hanno annunciato la loro adesione alla manifestazione. «Una mobilitazione necessaria - scrivono - che segue le tante che si sono tenute in numerose città del mondo, non solo in Italia e che hanno visto uomini e donne, spesso giovani, indignati per la criminale politica d’occupazione coloniale in Palestina, che ormai dal 1948 caratterizza le azioni dei governi di Israele».

 

 

Oggi parteciperà anche Assopace Palestina, organizzazione che sul web espone la sua tesi: «Sosteniamo la lotta del popolo palestinese per la sua libertà, affinché finisca l’occupazione e sia riconosciuto il suo diritto all’autodeterminazione. Chiediamo al nostro governo di condannare il tentativo di pulizia etnica e la mostruosa vendetta che Israele sta compiendo sulla popolazione civile palestinese in un’odiosa azione di punizione collettiva». La condanna per i bambini israeliani decapitati e rapiti da Hamas? Niente. Il diritto di Tel Aviv di difendersi dagli attacchi terroristici? Nulla. Ieri, invece, è andata in scena un’altra manifestazione, sempre a Roma, all’Esquilino. Hanno partecipato vari esponenti politici di sinistra, dal leader del M5S Giuseppe Conte ai deputati Susanna Camusso (Pd) e Angelo Bonelli (Avs). La fiaccolata era organizzata da Amnesty International per chiedere la pace e il cessate il fuoco.

 

 

«È una manifestazione senza colori politici, perché la pace non ha colori politici. Siamo qui per ribadire che non ci può essere un futuro di sicurezza, pace e prosperità per quella terra martoriata se non costruendo un percorso di dialogo che preveda come esito due popoli, due Stati. Adesso bisogna assolutamente interrompere la spirale di violenza», ha detto Conte, che poi ha approfittato dell’occasione per attaccare il governo sui temi economici. Un pezzo di Pd ha preferito non partecipare, temendo che potessero manifestarsi posizioni difficili da condividere e dover poi spiegare al proprio elettorato. Nell’appello, infatti, veniva chiesto alla comunità internazionale «di affrontare con urgenza la crisi umanitaria a Gaza e le violazioni dei diritti umani». E al governo israeliano di «porre fine all’assedio totale della Striscia di Gaza e garantire l’accesso ai beni essenziali e agli aiuti umanitari destinati alla popolazione civile nella Striscia. Hamas deve rilasciare gli ostaggi israeliani». Un accenno, quello alla violazione dei diritti umani da parte di Israele, che ha fatto storcere la bocca a più di un parlamentare Pd.

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