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Migranti, Francia e Germania chiudono le porte a quelli che arrivano dall'Italia

Benedetto Antonelli
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Nel giorno in cui a Lampedusa si tocca il record di sbarchi, con 68 nuovi approdi e circa 2.500 persone arrivate al molo Favaloro, Francia e Germania chiudono le porte agli immigrati che arrivano dall’Italia. Dopo mesi di polemiche sul metodo di gestione di Roma dei migranti i cugini francesi insieme al governo tedesco hanno deciso di fare marcia indietro sull’accoglienza.

La Germania avrebbe temporaneamente sospeso l’ammissione volontaria dei richiedenti asilo provenienti dall’Italia, mentre la Francia ha deciso di inviare rinforzi alla frontiera italiana per far fronte all’aumentare dei flussi migratori. Ma andiamo con ordine. Secondo il quotidiano Die Welt, Berlino avrebbe interrotto le procedure di selezione per i richiedenti asilo in arrivo nell’ambito del «meccanismo volontario di solidarietà», una decisione che è stata comunicata con una lettera spedita a Roma. Il ministero dell’Interno tedesco ha dichiarato al giornale che questa misura è stata presa a causa della «elevata pressione migratoria verso la Germania» e della «sospensione in corso dei trasferimenti previsti dalla Convenzione di Dublino».

 

Continueranno però ad essere ammessi i migranti già accolti in passato. La ragione di questa sospensione sarebbe il continuo rifiuto dell’Italia di consentire trasferimenti dalla Germania previsti dalla Convenzione di Dublino. Secondo l’attuale legge sull’asilo dell’Unione europea, i richiedenti asilo che viaggiano in un altro Paese della Ue senza permesso dovrebbero generalmente essere rimandati nel Paese di primo ingresso; che guarda caso è quasi sempre il nostro. Da nove mesi l’Italia blocca i trasferimenti previsti dalla Convenzione di Dublino. Una decisione annunciata con una lettera del 5 dicembre 2022 in cui l’Italia ha informato gli altri Stati membri della Ue che i trasferimenti sarebbero stati temporaneamente annullati per presunti motivi tecnici e per la mancanza di capacità di accoglienza.

 

Questa posizione continua ancora oggi. Il «meccanismo volontario di solidarietà» sospeso era un progetto di distribuzione temporanea avviato dal ministro federale degli Interni Nancy Faeser (Spd) insieme al suo omologo francese a livello Ue. L’obiettivo era distribuire 10mila richiedenti asilo provenienti dai principali Paesi di arrivo, soprattutto dall’Italia, che è particolarmente gravata, al maggior numero possibile di Paesi disposti ad accoglierli, di cui 3.500 alla Germania. Tuttavia, poiché solo pochi Paesi volevano partecipare in modo significativo, l’obiettivo è stato ridotto a 8.000 persone. Secondo la Commissione dell’Unione europea, nell’agosto 2023, nell’ambito di questo meccanismo sono state finora distribuite in totale solo circa 2.500 persone, principalmente in Germania e Francia. E proprio Parigi ha annunciato l’invio di rinforzi alla frontiera italiana per far fronte all’aumento dei flussi migratori. «Abbiamo avuto un aumento dei flussi del 100%» ha detto ieri il ministro dell’Interno Gerald Darmanin dopo una visita a Mentone.

 

Le unità dispiegate alla frontiera passeranno da due a quattro per un totale di oltre 200 agenti. I soldati addetti alla ricognizione notturna, nell’ambito dell’operazione Sentinel, aumenteranno da 60 a 120 e anche il personale doganale sarà raddoppiato, ha assicurato il ministro. Alla fine di aprile il primo ministro francese Elisabeth Borne aveva già annunciato l’invio di altri 150 gendarmi e agenti di polizia in questa zona. Allo stesso tempo, le forze dell’ordine ora potranno utilizzare i droni per monitorare i valichi di frontiera e un disegno di legge sull’immigrazione, che sarà discusso in autunno al Senato, prevede di espandere la fascia di territorio entro cui i migranti possono essere rimpatriati, attualmente fissata a 20 chilometri. «Molti mezzi tecnologici, una migliore organizzazione e in primavera, spero, una legislazione che ci aiuterà a lottare di più», ha annunciato Darmanin, pur riconoscendo che molti fattori, come l’instabilità nel Sahel, aumenteranno ulteriormente la pressione migratoria.

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