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Migranti, “piaga dell'umanità”. Papa Francesco avvisa tutta l'Europa

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Papa Francesco torna a parlare di migranti e, ancora una volta, incoraggia chi lavora ogni giorno per salvare i più deboli, a cominciare dai soccorritori del mare. "Un altro tragico naufragio è accaduto alcuni giorni fa nel Mediterraneo, quarantuno persone hanno perso la vita", esordisce domenica dopo aver recitato l'Angelus, affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano. "Ho pregato per loro - prosegue -. E con dolore e vergogna dobbiamo dire che dall’inizio dell’anno già quasi duemila uomini, donne e bambini sono morti in questo mare cercando di raggiungere l’Europa". 

 

 

Nelle acque al largo della Sicilia proseguono sbarchi e naufragi, salvataggi e morti: la scorsa notte solo a Lampedusa sono arrivate quasi quattrocento persone, e nel mare delle Egadi, vicino a Marettimo, un barchino con 13 persone a bordo è naufragato, provocando la morte di una persona, mentre un'altra è ancora dispersa. Le morti nel Mediterraneo sono "una piaga aperta della nostra umanità - dice il pontefice -. Incoraggio gli sforzi politici e diplomatici che cercano di sanarla in uno spirito di solidarietà e di fratellanza, come pure l’impegno di tutti coloro che operano per prevenire i naufragi e soccorrere i migranti". 

 

 

Poi un pensiero per chi soffre a causa della guerra, a cominciare dalla "martoriata Ucraina", per arrivare al Camerun: Papa Francesco ricorda che domani avrà luogo a Bafoussam, in Camerun, il pellegrinaggio per chiedere la pace nel Paese, "ancora afflitto dalla violenza e dalla guerra" e sottolinea: "Uniamoci in preghiera ai nostri fratelli del Camerun affinché, per intercessione della Vergine, Dio sostenga la speranza del popolo, che soffre da anni, e apra vie di dialogo per giungere alla concordia e alla pace". "Desidero anche assicurare la mia preghiera per le vittime degli incendi che hanno devastato l’isola di Maui, nelle Hawaii", prosegue, prima di salutare le persone riunite in piazza San Pietro, tra le quali ci sono gruppi di giovani da poco rientrati dalla Giornata della Gioventù a Lisbona: "Sono tanti! - conclude - Polonia, Messico, Argentina, Italia, Salvador, tanti! I sacerdoti e i giovani di El Salvador che sono così forti; gli studenti dell’Università Iberoamericana di Puebla, Messico; e i giovani di Taiwan".

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