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La Russa: "Mie parole fraintese", Schlein all'assalto per l'indagine sul figlio

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La sinistra cavalca la polemica sul caso del figlio di Ignazio La Russa, Leonardo Apache, indagato per violenza sessuale. Il presidente del Senato in una nota aveva affermato di avere "la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante". Parole sulle quali la segretaria del Pd Elly Schlein aveva chiesto l'intervento della premier Giorgia Meloni: "Al di là delle responsabilità del figlio di La Russa che starà alla magistratura chiarire, è veramente disgustoso vedere la seconda carica dello Stato utilizzare parole che tendono a minare la credibilità delle donne che denunciano a seconda di quanto tempo ci mettono a farlo. È segno di grave ignoranza e di mancanza di rispetto per le donne che denunciano le violenze", attacca la dem, "non si può vedere che un presidente del Senato legittimi i pregiudizi sessisti in questo modo. Ma soprattutto vorrei sapere dov’è Giorgia Meloni e perché non esce dal suo silenzio e non si assume le sue responsabilità".

 

La Russa aveva dichiarato: "Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale, ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che - cito testualmente il giornale che ne da notizia (cioè il Corriere, ndr) – occupa questo tempo 'per rimettere insieme i fatti'. Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Inoltre, incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla. Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento di muovergli alcun altro rimprovero".

 

In seguito il presidente del Senato ha chiarito: "Mi dispiace essere frainteso. Lo dico sinceramente. Io non accuso nessuno e men che meno la ragazza. Semplicemente, da padre, dopo averlo a lungo sentito, credo a mio figlio. Per il resto, sottolineo il mio rispetto per gli inquirenti e il desiderio che facciano chiarezza il più celermente possibile. Leonardo ha nominato un suo difensore e da ora toccherà a quest'ultimo decidere se e quando intervenire".

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