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Kata, spunta una nuova videocamera: dalle immagini la svolta?

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Christian Campigli
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Un sospiro di sollievo. E una pista che esce (definitivamente) dalle indagini. La lunga, attenta e meticolosa perquisizione dell'ex Hotel Astor, la struttura occupata abusivamente, nella quale viveva con la propria famiglia Kataleya, la bimba peruviana di cinque anni scomparsa nove giorni fa a Firenze, non ha evidenziato (per fortuna) alcun cadavere. Ma quelle mura rovinate, all'interno delle quali vivevano in condizioni disumane 132 persone, hanno fornito alcuni indizi. Importanti o meno, lo stabiliranno gli inquirenti nelle prossime ore.  

 

Quel che è certo è il ritrovamento di un telefono cellulare, di un'intercapedine con accesso dal giardino utilizzabile come nascondiglio e di  un vano nascosto nel sottotetto. Sono stati controllati i tombini, un sottotetto e tutti i passaggi sotterranei. Ma soprattutto i reparti speciali di carabinieri hanno scoperto che vi è una telecamera. Di un privato cittadino. Che punta direttamente sul cortile dell'ex hotel. Un dispositivo  video, che potrebbe rivelarsi decisivo.  Per comprendere gli ultimi movimenti di Kata e, se lo augurano gli uomini in divisa, e dei rapitori. Le piste sono sostanzialmente due: quella di un pedofilo, che nulla aveva a che fare con gli occupanti e che avrebbe portato la piccola in un luogo sconosciuto. E il rapimento da parte di persone collegate con il racket delle camere occupate. Uomini e donne che non vivevano all'Astor, ma che farebbero parte di quel "giro". E che avrebbero portato lontano Kata. Magari in un'altra città. Per vendicarsi del padre e dello zio del piccolo angelo scomparso. Viene esclusa l'ipotesi di un allontanamento  volontario della bambina.

 

La famiglia, che ha assunto come consulente l'ex comandante dei Ris, Luciano Garofano, sta vivendo ore terribili. "A Firenze c'è un ottimo livello di collaborazione interistituzionale - ha affermato il Ministro dell'interno Matteo Piantedosi al Tg1 - E' una situazione complessa che richiedeva soluzioni alternative per le persone che stavano li - ha detto a proposito dell'occupazione - ci voleva tempo, i tempi si sono rivelati drammaticamente e tragicamente inadeguati nella vicenda della bambina. Dovremo fare sicuramente di più". 

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