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Bimba scomparsa a Firenze, ecco il testimone: trascinata fuori con la forza

Christian Campigli
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Dopo giorni di silenzio, spunta un testimone. Super, come sventolato da alcuni o poco attendibile lo stabilirà il tempo. Perché, a microfoni spenti, i carabinieri ci raccontano di non essere così convinti che quel racconto corrisponda all'assoluta verità. Una versione dei fatti, secondo la quale Kataleya Mia Chicllo Alvarez, la bimba peruviana di cinque anni scomparsa a Firenze sabato pomeriggio, sarebbe stata trascinata fuori dall'ex hotel Astor con la forza. Nel palazzo accanto, che ieri è stato perquisito da uomini in divisa e vigili del fuoco da cima a fondo. Senza trovare alcunché. Troppe le incongruenze ed i dettagli non coerenti. Tornerebbe solo l'orario. La sensazione che qualcuno sappia, all'interno della struttura occupata abusivamente, è però concreta. E che lanci una sorta di messaggi in codice. Ovviamente i militari non solo non escludono alcuna traccia ma, al contrario, le seguono tutte. Con attenzione maniacale. Perché più passa il tempo e più diventa difficile mettere insieme i vari pezzi di un puzzle così difficile.

 

 

Gli inquirenti, da sempre, si sono convinti che il rapimento della bambina sia un evento criminoso da ascrivere a delle tensioni vissute all'interno dell'ex hotel occupato. Il racket delle camere (e un possibile debito), con ogni probabilità, ma stamani, una delle occupanti ci ha chiamato per raccontarci una versione leggermente diversa. “La mamma avrebbe tentato il suicidio per sensi di colpa. Sarebbe nata, nei mesi scorsi, una relazione clandestina con un rumeno. E non tutti, tra i peruviani, avrebbero gradito questa situazione”. Una ricostruzione che andrà ovviamente vagliata e analizzata ma che, almeno a livello investigativo, sarebbe coerente con i due tentativi di suicidio, della madre e del padre della piccola Kata. Sin da subito quei due gesti estremi non hanno lasciato indifferenti gli inquirenti. Un atto di dolore e di disperazione o un segnale? Ieri, nel tardo pomeriggio, il giudice ha disposto la scarcerazione di Miguel Angel Romero Chiccllo. L’uomo si trovava in custodia cautelare nel carcere fiorentino di Sollicciano dopo una condanna in primo grado per furto. Il tribunale ha attenuato la misura cautelare, applicandogli l’obbligo di firma.

 

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