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Fondi Pnrr Italia, cosa succede: sulla terza rata l'Ue prende tempo

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La Commissione europea è ancora al lavoro sulla valutazione della terza rata del Pnrr italiano e attende che le modifiche rispettino l’ambizione del piano. Nessun pagamento a ore, dunque, come si diceva da Roma, anche se l’Esecutivo comunitario parla di «scambi costruttivi in corso con le autorità italiane» e non sembra preoccuparsi della proroga de facto del periodo di valutazione dopo il 30 aprile perché «non è insolito» impiegare del tempo aggiuntivo. Bruxelles non commenta l’ipotesi di «smantellare» e «cambiare profondamente» il Pnrr italiano, riportata in un’intervista al ministro gli Affari Europe Raffaele Fitto, ma osserva: nella modifica dei piani di ripresa e resilienza «è importante sottolineare sempre che desideriamo che l’ambizione della riforma e il piano generale rimangano quanto più efficaci possibile». E si aspetta «misure aggiuntive che supportino davvero la transizione verde».

È il famoso capitolo del RePower che può essere presentato fino a fine agosto ma la Commissione aveva consigliato di presentare ad aprile e che si attende dall’Italia nelle prossime settimane, a detta del commissario Gentiloni. L’Italia, poi, ha chiesto di poter usufruire dalla quota rimanente di prestiti del dispositivo di ripresa e resilienza, oltre lo stanziamento massimo già assunto, che al momento non può essere definita perché bisogna aspettare che gli altri paesi finiscano di chiedere la loro quota. Il ministro Fitto ha smentito di aver parlato di «smantellare» il piano e afferma che sono state «riportate frasi e sintesi che io non ho pronunciato».

Sul tema è intervenuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine del Consiglio Ue Competitività a Bruxelles. «Fitto è stato frainteso. In ogni occasione - ha precisato - abbiamo ribadito, qui in Europa e in ogni consesso nazionale, che vogliamo rivedere le risorse destinate ai singoli capitoli per utilizzarli al meglio, ai fini della sostenibilità del sistema sociale e produttivo del nostro paese e con progetti che siano realmente cantierabili nei tempi ristretti e con le modalità estremamente precise che la Commissione ci ha chiesto. Quindi vogliamo utilizzare al meglio le risorse e possiamo farlo».

Sul Pnrr, ha tuonato il ministro, «quello che è stato fatto in questo paese, lo conoscono tutti. Quando furono chiesti il massimo delle risorse a debito senza alcun progetto, e furono presentati i progetti, in pochi giorni, uno accatastato all’altro. Alcuni li conoscete, sono già stati bocciati - pensiamo agli stadi -. Non facciamo gli stessi errori che hanno fatto i governi precedenti». «Noi andremo al confronto, preparati, consapevoli e responsabili perché questo non è la sfida del governo Meloni, questa è la sfida dell’Italia e in qualche misura dell’Europa», ha concluso Urso. Il Partito democratico chiede che si voti alla Camera e al Senato un atto di indirizzo che faccia chiarezza sulle scelte che il governo intende fare. «Il governo la smetta di fare pasticci sul Pnrr - afferma -. Dopo le parole del ministro Fitto è necessario un passaggio parlamentare che dia certezze».

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