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Il Pd protesta con gli studenti per gli affitti ma dà casa a chi occupa

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Il sindaco di Roma Gualtieri non caccia gli abusivi. Ma quegli edifici potrebbe darli agli universitari fuori sede

Susanna Novelli
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«Al fianco degli studenti che a Roma e in altre città lottano contro il caro affitti». Così il sindaco Roberto Gualtieri ai giovani universitari de La Sapienza al terzo giorno di protesta contro le spese troppo alte che deve affrontare uno studente fuori sede. Accadeva l'altro ieri, ovvero alla vigilia dell’incontro in Campidoglio dei «Movimenti per il diritto all’abitare» sulla bozza definitiva del nuovo Piano casa, ormai di imminente votazione.

Quello, per intenderci, delle famose «chat» tra l’assessore capitolino Tobia Zevi e il leader dei movimenti di sinistra specializzati nell’occupazione abusiva di immobili, Luca Fagiano. La doppia faccia di un Pd sin troppo nota ai collettivi romani che, non a caso, hanno contestato la segretaria Elly Schlein ieri «in passerella» a La Sapienza. Sono oltre 160mila gli studenti fuori sede che hanno scelto Roma per laurearsi.

 

L’offerta formativa è quintuplicata negli ultimi 15 anni, senza che non solo ci si ponesse il problema ma che si ritardassero sino al fallimento anche quei progetti che pure avevano una visione dell’indotto formativo e universitario della Capitale che, ad oggi, può contare su un sistema di «studentato», ovvero "campus" strutturati per gli studenti delle diverse università di appena 6.200 posti. E se lo scaricabarile tra le competenze regionali, comunali e dei singoli atenei è stato sinora un alibi intoccabile, le tende piantate nell'ateneo tra i più grandi d’Europa cominciano pian piano a smantellarlo e non solo a Roma, data la portata nazionale della protesta studentesca.

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, l’altro giorno ha sottolineato come il problema del caro affitti per gli studenti universitari sia presente nei comuni amministrati dal centrosinistra suscitando «indignazione» da parte dei diretti interessati, Gualtiero compreso. Il «giullare» - come qualcuno vorrebbe tacciarlo - tuttavia dice sempre la verità. A Roma sono centinaia gli immobili pubblici e privati occupati da movimenti legati alla sinistra. L’elenco degli sgomberi da effettuare, dopo anni di soprusi, è arrivato con l’attuale ministro dell’Interno e allora prefetto di Roma, Matteo Piantedo si poco meno di un anno fa. Ventinove indirizzi sui quali procedere al rilascio degli immobili. Due soli quelli effettuati.

 

Anche l’ex sindaco Virginia Raggi, a onor del vero, ci provò ma senza alcun risultato. Segno chiaro ed evidente di una forza politica che detta, occultamente, le politiche della casa soprattutto a un PD che a Roma è da sempre succube della sinistra. L’ultima conferma proprio il piano stilato dalla giunta Gualtiero e di prossima approvazione. In quel documento addirittura si inserisce l’acquisto di immobili occupati per una mixa sanatoria che non ha precedenti. Immobili poi di cui il Campidoglio non ne ha neanche completa contezza. Di venerdì scorso la delibera che riprende, dopo 24 anni, il progetto di riqualificazione degli ex Mercati generali, all’Ostiense, in cui è previsto un campus universitario. Un programma che risale al 1999 e mai attuato. Difficile quindi trasformare la passerella a La Sapienza come reale intenzione di trovare alloggi a canoni calmierati per gli studenti. Ma chissà, le vie del Signore sono sempre infinite. 

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