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Mirella Gregori che fine ha fatto: indagini riaperte come nel caso Orlandi

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Sono passati esattamente 40 anni da quel 7 maggio del 1983 quando la 15enne Mirella Gregori uscì dalla sua casa di Roma per non farvi mai più ritorno. Quarant'anni in cui il suo nome è rimasto legato a doppio filo con quello di Emanuela Orlandi, anche lei scomparsa nel nulla appena 46 giorni dopo ma ricevendo un trattamento mediatico diverso. Riflettori puntati, libri, talk show, persino un documentario su Netflix per la cittadina vaticana, laddove Mirella è stata spesso considerata "solo un'appendice di Emanuela" come ha sottolineato la sorella Maria Antonietta.

"Mamma, scendo, torno tra poco", furono le ultime parole di Mirella. Uscita, non fece più ritorno nella sua casa in via Nomentana, a Roma. Descritta da tutti come una ragazza normale, era alunna in un istituto tecnico, quel giorno fu chiamata al citofono da una persona che disse di chiamarsi Alessandro ma che lei non conosceva. Dopo un attimo di titubanza - "Se non mi dici chi sei, non scendo", avrebbe detto - Mirella decise poi di incontrare questa persona alle 15. A quell'ora la giovane disse alla madre che aveva un appuntamento al monumento al bersagliere di Porta Pia con un vecchio compagno di classe. Il ragazzo sarà poi sentito dagli inquirenti e dichiarerà che quel pomeriggio aveva un altro impegno altrove. Da quel momento la famiglia non ha più avuto notizie. Per settimane la vicenda di Mirella passò quasi in sordina sui giornali. Ma poi, un mese e mezzo dopo, il 22 giugno 1983, sparì Orlandi, cittadina vaticana. È da allora che le storie delle due ragazze si intrecciano.

Emanuela e Mirella non si conoscevano ma, nonostante questo, le storie della loro scomparsa hanno svariati punti di contatto. Ad avvalorare l'ipotesi di una correlazione fu anche una telefonata ricevuta dalla famiglia Gregori in cui un uomo straniero - soprannominato poi 'l'Amerikano' - affermò di poter fornire notizie su Mirella in cambio dell'intercessione con l'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini affinché liberasse Ali Agca, l'attentatore di Papa Wojtyla. Lo stesso 'Amerikano' poi, chiamò la famiglia Orlandi e, anche in quel caso, promise il rilascio di Emanuela in cambio della liberazione del terrorista turco. Diverse sono state le piste investigative seguite in quegli anni. Si è parlato di un regolamento di conti nei confronti della gestione illegale dei fondi dello Ior da parte di monsignor Marcinkus che in quegli anni si trovava al centro di uno dissesto finanziario.

Si è poi ipotizzato il coinvolgimento di esponenti della banda della Magliana, di monsignor Pietro Vergari e del fotografo romano Marco Accetti. Tutto archiviato. Ma mentre per Emanuela - cittadina vaticana e figlia di un commesso pontificio - il riferimento agli ambienti religiosi è più immediato, per Mirella è tutto più incerto, flebile. Chi era la persona che l'ha convinta a uscire? Per un periodo fu identificato una delle guardie della gendarmeria vaticana, Raoul Bonarelli, visto intrattenersi con la ragazza. L'istruttoria - un procedimento contro ignoti - fu chiusa e Bonarelli dichiarato estraneo alla vicenda. Nell'ottobre del 2015 il Gip, per mancanza di prove consistenti, dispose l'archiviazione dell'inchiesta sulle sparizioni sia di Mirella che di Emanuela, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, avviata nel 2006 a seguito alle dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex compagna del boss della Banda della Magliana Enrico De Pedis. Poi ancora il silenzio, fino all'ok della Camera all'istituzione di una commissione di inchiesta per far luce sulla sorte di entrambe le ragazze.

Ora si tornerà a indagare anche su di lei. La famiglia Gregori spera che finalmente si scindano i due casi perché, anche se hanno degli elementi in comune, forse la verità sulla fine delle due ragazze potrebbe essere diversa.

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