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Maestra sospesa per l'Ave Maria e applausi al preside del Ramadan

Christian Campigli
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Un costante senso di inferiorità. Verso chi ha tradizioni diverse dalle nostre. E deve essere sostenuto in ogni modo. Anche a costo di dover annientare i nostri usi, i nostri costumi. Ciò che, da sempre, viene considerato normale, ovvio, consuetudinale. L’antitetico atteggiamento del mondo progressista su due episodi che hanno come protagonisti la scuola e il suo rapporto con la religione sono l'ennesimo esempio di quanto il politicamente corretto sia il nuovo mantra dei nipotini di Carlo Marx. E la reciprocità sia, al contrario, un concetto indispensabile se si parla di immigrati. Obsoleto se si vuol applicare agli italiani. Mercoledì la Sardegna è stata teatro di un episodio che, non fosse drammatico, sarebbe ridicolo.

Una docente è stata sospesa per venti giorni dall'insegnamento per aver fatto realizzare agli alunni un piccolo rosario con dieci perline a forma di braccialetto e di aver recitato insieme ai piccoli due preghiere: un’Ave Maria e un Padre Nostro. Protagonista dell'episodio, Marisa Francescangeli, 58 anni, maestra che insegna nella scuola primaria di San Vero Milis, in provincia di Oristano, dove segue tre diverse classi, una quarta e due terze. Il fatto è avvenuto proprio in una di queste terze l'ultimo giorno di scuola prima delle festività natalizie del 2022.

Un curriculum di prestigio, macchiato ora da un provvedimento del dirigente scolastico e dell’ufficio scolastico provinciale, dopo che due genitori si erano lamentati con la scuola per il braccialetto-rosario e le preghiere recitate in classe prima di Natale: venti giorni di stop dal 27 marzo sino al 15 aprile e una riduzione dello stipendio. Una vicenda che finirà di fronte ad un’aula di tribunale. I legali di Marisa Francescangeli stanno predisponendo il ricorso. «Riteniamo non congruo il procedimento disciplinare avviato dall’Usp di Oristano – ha affermato l’avvocato Elisabetta Mameli - E per questo, contestiamo l’azione disciplinare, che è molto articolata, ma racchiude i fatti limitatamente alle preghiere e al rosario».

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è stato chiamato a occuparsi del caso, sollecitato dal presidente della commissione Affari sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci e dal deputato di FdI, Francesco Mura. «Siamo alla follia. Buona Santa Pasqua a questa maestra, un abbraccio ai suoi bambini», ha ricordato ieri il leader della Lega, Matteo Salvini. Una rigidità estrema, incomprensibile. Ben distante dall’atteggiamento di plauso avuto dai tromboni di sinistra al preside di un istituto superiore di Firenze. Che aveva concesso una stanza, all’interno della scuola, per consentire agli studenti musulmani di pregare durante il Ramadan.

«Siamo di fronte ad un tipico esempio della doppia morale della sinistra – hanno ricordato il capogruppo in Consiglio regionale toscano per Fratelli d’Italia, Francesco Torselli e il capogruppo a Palazzo Vecchio di Fdi, Alessandro Draghi – Tra i due episodi c’è una differenza evidente. Il preside è diventato un eroe moderno. L’insegnante una retrograda, da allontanare. È questa la società che vorrebbero imporci: aperta sì, ma solo al politicamente corretto». 

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