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A Egna il Pd dice “no” al monumento per le vittime delle foibe

Christian Campigli
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Una tragedia che la sinistra non vuole accettare. Della quale, al contrario, imputa la colpa alle vittime. Italiani, secondo la ricostruzione storica, fascisti, secondo il diktat dei progressisti. E come tali, indegni di essere ricordati. I massacri delle Foibe tornano al centro del dibattito politico, dopo la denuncia di Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione affari costituzionali della Camera. «C'è sconcerto per la bocciatura in consiglio comunale di Egna, in provincia di Bolzano, della mozione presentata da FdI per l’individuazione di un luogo ove installare una stele o una memoria alle vittime delle Foibe. La giustificazione addotta dall’assessore Alex Pocher, esponente del Partito Democratico, per cui non c’è richiesta della società civile e non ci sono esuli ad Egna lascia una profonda amarezza considerato il voto contrario alla mozione di tutto lo schieramento di sinistra, civico, dei Verdi e della Svp». Una presa di posizione che non sorprende più di tanto, in realtà.

 

 

A Lucca, pochi mesi fa, l'Anpi invitò, ad un convegno aperto anche alle scuole pubbliche, Eric Gobetti, autore del libro «E allora le foibe?». Un testo che cerca, in ogni modo, di ridimensionare la strage delle foibe e l’esodo giuliano. A Firenze, da almeno un decennio, ogni 10 febbraio, il Cpa, il centro sociale più grande del capoluogo toscano, espone la bandiera jugoslava di Tito. In spregio delle vittime dalmate. Nel roboante silenzio dell'amministrazione comunale guidata, da sempre, dal Pd. «Sostenere in buona sostanza che ci sono territori della nostra nazione che possono dichiararsi disinteressati al tema del dramma compiutosi al confine orientale da un lato mostra quanto necessarie siano ancora tutte le iniziative che abbiamo avviato per sostenere il ricordo delle Foibe per decenni rimosso dalla coscienza collettiva dalla Sinistra, dall’altra quanto ancora si rischi di prestare la sponda ad un pregiudizio ideologico che mostra il lato dell’orribile indifferenza – prosegue Urzì -. Il sostenere che nel territorio del comune di Egna non esista una comunità istriano dalmata e non ci sia stata una richiesta dalla società civile (ma c’era con la mozione di Fratelli d’Italia) significa non avere ancora compreso che quel dramma riguarda l’Italia intera, quasi che Egna non vi appartenesse e potesse rivendicare, per l’assessore della sinistra, una sorta di zona franca sul ricordo della tragedia compiuta. Piena solidarietà alla comunità di Egna a cui viene negato il diritto alla memoria».

 

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