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Caso David Rossi, domani il voto sulla Commissione

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Christian Campigli
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Far luce sulle ombre che ancora dominano una storia densa di misteri, di incongruenze e di tanto, troppo dolore. A dieci anni dalla tragica morte di David Rossi, il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, il parlamento si interroga sull’istituzione di una seconda commissione d’inchiesta per capire se si è trattato, davvero, di un suicidio o se, al contrario, il manager toscano è stato ucciso. Spinto dalla finestra del suo studio, che affaccia su Vicolo di Monte Pio, ad un passo dalla Rocca Salimbeni, simbolo del secolare potere che domina Siena. Dopo la discussione di ieri, domani dovrebbe esserci il voto finale.

 

È di pochi giorni fa la conclusione dell’indagine della procura di Genova. Quest’ultima ha stabilito che i magistrati senesi, quando si recarono nella sede di Mps subito dopo la morte di David Rossi, spostarono oggetti, toccarono una quantità imprecisata di oggetti. Alterarono, in parole povere, la scena di un possibile crimine. È inoltre acclarato che la sera di quel maledetto 6 marzo del 2013 vennero svolte delle perquisizioni senza essere verbalizzate.

 

Insomma, errori gravi. Non secondo i colleghi della procura ligure, che hanno valutato la condotta di Nicola Marini, Aldo Natalini e Antonino Nastasi priva di dolo e, quindi, meritevole di portare all’archiviazione. Una decisione, quella dei magistrati genovesi, che non ha convinto il deputato di Italia Viva, Roberto Giachetti. «Penso sia una cosa enorme ed inaccettabile, della quale ci aspettiamo che il nuovo Csm provi a occuparsi. Non so se il tribunale stabilirà che il fatto che non ci sia dolo renda accettabile quanto accaduto, ma se questi sono i presupposti la commissione d’inchiesta sarà molto utile: abbiamo altri cinque anni per andare fino in fondo». In realtà, sulla durata della commissione, non vi è unità di vedute. «Presenteremo un emendamento - ha affermato il deputato del Pd, Andrea Casu - Secondo noi si deve cercare di finalizzare in diciotto mesi i lavori necessari per arrivare alla conclusione».

Una proposta, quella della commissione «a scadenza», che non piace affatto a Tiziana Nisini, deputato della Lega. «La richiesta del Pd di mettere un termine alla durata della commissione per noi è inaccettabile». Tra mille dubbi, il deputato grillino Stefania Ascari ha una solida certezza. «Abbiamo il dovere di andare fino in fondo e, se possibile, mettere un punto. Con favore accogliamo la richiesta di ricostituire la commissione d’inchiesta per fare tutto il possibile per far emergere verità e giustizia».

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