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Migranti, inizio anno con il picco di sbarchi: arrivi decuplicati, il Viminale difende il decreto Ong

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Le parole del rappresentante svedese in Ue circa le difficoltà di chiudere l'accordo sui ricollocamenti entro quest'anno rappresentano una doccia gelata per l'Italia. Dove il governo è alle prese con un'eredità di sostanziale immobilismo sul dossier migratorio della gestione Lamorgese e un trend di sbarchi che continua a essere sostenuto, complici anche le temperature miti. Ieri, è ripartita dal porto di Taranto la Geo Barents. La nave della ONG Medici Senza Frontiere ha potuto lasciare la città pugliese, dove sono sbarcati gli 85 migranti che aveva a bordo, senza che siano state comminate sanzioni in base al nuovo decreto del governo Meloni. Nonostante l'equipaggio, dopo un primo soccorso a un barchino rovesciato, abbia poi proceduto a una seconda operazione, ossia il trasbordo da un mercantile di 44 persone, le prescrizioni della nuova normativa non si applicherebbero, perché non ancora entrate in vigore al momento delle iniziative. 

 

 

Sul loro contenuto, ieri si è pronunciato il sottosegretario all'Interno Emanuele Prisco: «Le nuove regole per le Ong che solcano il Mediterraneo servono a dire basta alla tratta di esseri umani. È chiedere troppo se l'Italia pretende che si rispettino le regole del diritto internazionale, impedendo ad alcune organizzazioni di facilitare l'immigrazione clandestina facendo la spola con gli scafisti? Il diritto internazionale non prevede infatti la "raccolta organizzata e diffusa" ma piuttosto sancisce che se durante la navigazione incontri dei naufraghi sei tenuto a raccoglierli e portarli in salvo: e questo è proprio l'orientamento del Governo». E ancora: «Con l'entrata in vigore del decreto, cambia l'approccio al problema: chi rischia davvero la vita in mare deve essere ovviamente aiutato ma no ai salvataggi multipli da parte di navi che tornano in porto solo quando sono a pieno carico. Se si incontrano dei naufraghi, essi vanno portati subito in salvo. Altro aspetto determinante è che da ora in avanti le navi saranno passibili di controlli e dovranno svolgere attività coerenti con quelle per cui sono registrate». 

 

 

Anche quest'ultimo un problema più volte emerso nella lunga cronaca delle iniziative Ong. Il fatto che l'attività di queste organizzazioni influisce per circa il 12% dei salvataggi non giustifica la permanenza di sacche di illegalità o le violazioni sistematiche delle disposizioni delle autorità italiane. Ancor più considerando i numeri, in questi primissimi giorni di gennaio. A quanto risulta dal cruscotto statistico del ministero dell'Interno, gli arrivi in Italia, fino al 3 gennaio, sono stati 1.651, più che decuplicati rispetto ai primi tre giorni dello scorso anno. Cifre che nascondono il ripetersi di note criticità, tra cui il sovraffollamento dell'hotspot di Lampedusa. Come noto può ospitare fino a 350 persone, ma l'altroieri è arrivato a contenerne fino a 4 volte tanto, con tutti i disagi operativi che ciò comporta. Al di là dell'immobilismo europeo e dell'attivismo pro-sbarchi della sinistra, il fatto che un governo di centrodestra cominci a mettere in campo gli strumenti per contenere il fenomeno è del tutto fisiologico.

 

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