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Il Qatar si vendica con il gas. Minaccia all'Europa dopo lo scandalo tangenti

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Tommaso Carta
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Il «Qatargate» che ha sconvolto il Parlamento europeo, con l'inchiesta sulle mazzette che alcuni eurodeputati avrebbero intascato per assumere posizioni vicine all'emirato, potrebbe avere una coda velenosa per l'Unione europea. Le misure anticorruzione adottate dall'Ue allo scandalo avranno un «impatto negativo» anche sulla fornitura globale di gas ai Paesi dell'Unione. È quanto si legge in una nota diffusa da un diplomatico della missione del Qatar presso la Ue, dove si sottolinea che Doha è un «importante fornitore» di gas naturale liquefatto al mondo. Il Qatar ha inoltre lamentato l'assenza di collaborazione da parte del governo del Belgio di cui, ha ricordato il diplomatico di Doha, il Paese del Golfo è partner «stretto». E ha respinto quelli che ha definito come «dei giudizi basati su informazioni inesatte rivelate da fughe di notizie».

La notizia rischia di essere una doccia fredda per l'Unione europea per due motivi. Innanzitutto perché gli Stati stanno già fronteggiando il taglio delle forniture messo in atto da Mosca in seguito alle sanzioni nei confronti della Russia per la guerra in Ucraina. In secondo luogo perché, prima che il «Qatargate» scoppiasse, l'emirato puntava a diventare un grande fornitore di energia per l'Europa e non solo.

 

La guerra della Russia in Ucraina ha scosso i mercati energetici globali, lasciando l'Ue a corto di gas naturale, aumentando i prezzi di tutti i combustibili fossili e minacciando una recessione globale. Ed ecco che entra in gioco il Qatar: secondo molti esperti di energia, come rileva il New York Times, il Qatar sta diventando l'Arabia Saudita del gas, un fornitore di energia indispensabile con vaste riserve e costi molto bassi.

Da tempo grande esportatore di gas naturale liquefatto verso i Paesi asiatici, il Qatar è pronto a diventare una fonte energetica fondamentale per l'Europa, che sta abbandonando la sua dipendenza dalla Russia. Il Qatar si sta anche avvicinando alla Cina, minando le speranze russe di dirottare verso l'Asia la maggior parte dell'energia che l'Europa non acquista più. Il Paese sarà in grado di vendere il gas naturale più a lungo e in modo più redditizio di altri grandi esportatori come l'Australia e la Russia, anche se il cambiamento climatico costringe molti Paesi a ridurre l'uso di combustibili fossili.

 

L'anno scorso il Paese ha avviato la costruzione di quattro nuovi giganteschi terminali di produzione ed esportazione, investimenti che aumenteranno la sua capacità di esportazione di oltre un terzo entro il 2026. I funzionari hanno annunciato l'intenzione di costruire altri due terminali nel corso del decennio. Complessivamente, la capacità del Paese di produrre gas naturale liquido crescerà di oltre il 60%, raggiungendo i 126 milioni di tonnellate all'anno nel corso del decennio. Le esportazioni energetiche del Paese, di cui il gas naturale è di gran lunga il più importante, sono raddoppiate quest' estate rispetto all'anno scorso, raggiungendo i 9,2 miliardi di dollari in agosto. Il Qatar è in procinto di battere il suo record di entrate annuali da esportazioni, stabilito nel 2013 prima che il boom delle esportazioni di gas dagli Stati Uniti facesse scendere i prezzi del gas.

Oltre a gestire il suo grande giacimento nazionale di gas offshore, la Qatar Energy, la società statale, si sta espandendo in tutto il mondo con investimenti in Brasile, Suriname, Angola, Sudafrica e altrove. Ha negoziato un accordo di 15 anni per la fornitura di gas alla Germania. Il Paese fornirà due milioni di tonnellate di gas all'anno, dando alla Germania una misura di sicurezza energetica. Tuttavia, il gas del Qatar rappresenta una piccola frazione di quello fornito dalla Russia alla Germania e non inizierà ad arrivare prima del 2026.

 

A giugno scorso Eni è stata selezionata da QatarEnergy come nuovo partner internazionale per l'espansione del progetto North Field East. È stato firmato il 19 giugno l'accordo di partnership per la creazione della nuova joint venture. QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%. La Joint Venture a sua volta deterrà il 12,5% dell'intero progetto Nfe, di cui fanno parte 4 mega treni Gnl con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (Mtpa). Il progetto Nfe consentirà di aumentare la capacità di esportazione di Gnl del Qatar dagli attuali 77 Mtpa a 110 Mtpa. Con un investimento di 28,75 miliardi di dollari, Nfe dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all'avanguardia per minimizzare l'impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2. Tutti scenari che, però, potrebbero venire capovolti dalla tensione sorta nelle ultime settimane, in particolar modo con il divieo d'accesso nel Parlamento europeo dei funzionari del Qatar. 

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