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La trasparenza dell'Unione europea: 9 dipendenti per vigilare su 3.500 Ong

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Il bubbone europeo è scoppiato e allo stato attuale è impossibile sapere quanto si allargherà lo scandalo. Gli inquirenti belgi stanno ricollegando i fili dell'inchiesta che ha travolto il Parlamento europeo sulle presunte mazzette pagate dal Qatar esponenti della galassia della sinistra. Che dietro ci sia altro oltre ai casi dell'ex Pd Antonio Panzeri e della greca Eva Kaili appare chiaro a molti. Anche perché i palazzi europei, nonostante le belle parole e le prese di posizione sulla trasparenza, a quanto pare non aiuta. 

 

Secondo il Giornale che riporta le posizioni di associazioni che lavorano nella vigilanza delle lobby nella categoria "Organizzazioni, piattaforme e reti non governative e altre organizzazioni analoghe" del registro europeo ci sono 3488 associazioni accreditate. Si va da Amnesty a Save The Children, ma il grosso è una "miriade di organizzazioni che si occupano di tutto, dai diritti umani a quelli degli animali, dal cambiamento climatico alle questioni legate alla giustizia, come «Non c'è pace senza giustizia» di Emma Bonino, diretta da Niccolò Figà-Talamanca, indagato nell'inchiesta belga sul Qatargate. E poi appunto la ong Fight Impunity dell'ex parlamentare Pd e Articolo Uno, Antonio Panzeri, anche quella depennata dal Registro dopo lo scoppio dello scandalo".

 

Chi vigila su queste Ong che operano nell'ambito delle istituzioni politiche europee, e quindi dalla classe politica eletta dai cittadini dei Paesi dell'Unione? "Le ong sono soggette alle stesse regole dei normali lobbisti aziendali. Ma mentre per un lobbista d'affari sarà difficile nascondere le proprie origini e i propri interessi, la creazione di una ong per rappresentare interessi d'affari o di un Paese straniero, può permettere di nascondere le proprie origini. L'attuale registro fa poco per rimediare a questa situazione", spiega Kenneth Haar di Corporate Europe Observatory. Tra i dati che fanno impressione proprio quello che riguarda il Registro per la trasparenza che ha solo nove dipendenti che devono vigilare su circa 3.500 Ong. D'altronde sembra che il sistema si fatto per essere opaco, e tornano alla mente le parole di Francesco Giorgi, l'assistente parlamentare compagno di Kaili che ha confessato davanti agli inquirenti: "Le ong? Servono a far girare i soldi". 

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