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Il testimone che inguaia Soumahoro: “Pagato due volte in due anni, Aboubakar sapeva tutto”

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Youssef Kadmiri, 42 anni e ingegnere marocchino, conosce da vicino il mondo della cooperativa Karibu, di cui legale rappresentante è Marie Therese Mukamitsindo, suocera di Aboubakar Soumahoro. Youssef, al Corriere della Sera, testimonia lo sfruttamento perpetrato da chi avrebbe dovuto accogliere i migranti: “Sono stato pagato due volte in due anni. Un totale di 6mila euro, ero senza contratto. L’orario non era giusto. Tante volte ho chiesto il contratto, sempre scuse. E lo stipendio di 1000-1200 euro non arrivava. Dicevano ‘mi dispiace’. Ma io dovevo pagare l’affitto. Dopo 6 mesi ho avuto 3.000 euro. Poi niente per un anno e mezzo. Poi solo altri 3.000”. 

 

 

L’accusa più grave è su come venivano gestiti i minori nella struttura: “Venivano tenuti - accusa Youssef - in una situazione grave, gli davano poco da mangiare e non gli davano il ‘poket money’, la diaria per le spese personali. Avevano sempre fame. Ora sono in altre strutture, hanno luce e acqua, se stanno male li portano in ospedale, non è come era lì. E tutti sapevano”. Compreso Soumahoro? L’ingegnere testimone non ha alcun dubbio: “Soumahoro tutto questo lo sa. Era lì, portava la spesa. Era la sua famiglia. Lui era a conoscenza di quello che accadeva lì dentro”.

 

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