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Migranti, alla fine sbarcano tutti al porto di Catania: la decisione dei medici

Dario Martini
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I medici saliti sulla Geo Barents e sulla Humanity 1 hanno disposto lo sbarco di tutti i migranti rimasti a bordo. In tutto, 247 persone (212 si trovavano sulla prima nave, 35 sulla seconda), a cui domenica scorsa non era stato permesso di scendere perché considerate non a rischio. Ieri sera, la loro condizione sanitaria si è capovolta. Gli operatori saliti sulle imbarcazioni gestite da Medici senza frontiere e da Sos Humanity hanno giudicato che, nel frattempo, erano diventati tutti «psicologicamente fragili». Una vittoria per le Ong che si sono opposte sin dall'inizio a lasciare il porto di Catania, nonostante che domenica scorsa siano stati fatti sbarcare i primi 501 profughi (donne, bambini e persone in difficili condizioni di salute). La linea del governo, comunque, non cambia. Nel pomeriggio di ieri il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha ribadito che l'Italia «rispetta pienamente le regole». E che la sicurezza dei migranti non è mai venuta meno. A chi gli chiedeva un commento sulla selezione tra fragili e non fragili, ha risposto: «Ci sono dei ricorsi in atto, decideranno le sedi competenti». Per quanto riguarda il termine «carico residuale» utilizzato nei decreti di sosta temporanea, su cui la sinistra ha pesantemente attaccato il governo, Piantedosi ha esortato «a non fermarsi all'esegesi dell'espressione burocratica». «Ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani», ha aggiunto.

 

 

La prossima settimana il titolare del Viminale terrà un'informativa in Senato per spiegare nel dettaglio le politiche dell'esecutivo in tema di immigrazione, soprattutto riguardo alla novità dei decreti di sosta temporanea nei porti italiani. Intanto, continua la polemica a livello europeo. La Commissione Ue fa sapere che non si può rifiutare l'esame della domanda di protezione di un qualsiasi richiedente asilo che si trovi su una nave di una Ong nelle acque territoriali di un paese membro. Un chiaro messaggio all'Italia che fino a ieri non aveva fatto scendere i migranti a bordo della Geo Barents e della Humanity 1. «I cittadini di paesi terzi presenti sul territorio dei nostri Stati membri, anche nelle acque territoriali, possono presentare domanda di asilo e, in tal caso, gli Stati membri sono tenuti a dare un effettivo accesso alle procedure di asilo. Abbiamo un quadro giuridico chiaro in atto», ha affermato la portavoce della Commissione, Anitta Hipper, rispondendo a una domanda sul braccio di ferro tra il governo italiano e le imbarcazioni di migranti in attesa di approdo. La responsabilità dei soccorsi spetta allo Stato di approdo, spiega la portavoce, la Commissione non è responsabile del coordinamento di tale operazione in mare, «ma di fatto rimaniamo pronti a sostenere gli Stati membri, se necessario».

 

 

Da Bruxelles viene poi posto l'accento sul meccanismo di solidarietà volontaria per sostenere e garantire il ricollocamento degli sbarcati. Un chiarimento che a Roma viene considerato una presa in giro. Dal momento che questa solidarietà non si è mai vista veramente. I migranti ricollocati dal primo gennaio 2019 a giugno 2022 sono poco più di 1.200. Pochissimi se si considera che solo quest'anno ne sono sbarcati più di 88mila.

 

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