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Unabomber, si riapre il caso? Nuove tecnologie e quella possibile prova

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Potrebbe riaprirsi il capitolo dell’Unabomber d’Italia. Il personaggio mai identificato, autore di numerosi atti di violenza commessi in Veneto e Friuli negli anni ’90 e inizio duemila, era un bombarolo seriale la cui strategia, priva di un chiaro movente, consisteva nel collocare in luoghi pubblici o aperti al pubblico ordigni esplosivi improvvisati, che hanno procurato lesioni e menomazioni a chi vi si è imbattuto.

Ora il Procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha autorizzato un giornalista a visionare la grande quantità di reperti raccolti in questi ultimi anni sulla vicenda. Si tratta di Marco Masiano che, occupatosi di Unabomber, avrebbe custodito il capello trovato in un uovo inesploso il 3 novembre 2000, al supermercato Continente di Portogruaro e altro materiale, chiedendo di farli analizzare con le nuove tecnologie. L’autore, conduttore televisivo, al lavoro su una serie podcast per OnePodcast, con due donne vittime di Unabomber ha quindi rivolto la richiesta al magistrato che, se ritenesse opportuno, potrebbe a sua volta chiedere al Gip la riapertura delle indagini. Quello di Unabomber resta ancora oggi uno dei misteri del nostro Stato.

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