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Corsa inesorabile dei prezzi: aumenti senza precedenti per il carrello della spesa

Gianluca Zapponini
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Una corsa senza sosta, come una locomotiva che non esaurisce mai il carbone. Ancora una volta vola l'inflazione in Italia. A settembre l'indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,3% su base mensile e dell'8,9% su base annua (da +8,4% del mese precedente). Tutto questo impatta ovviamente sul carrello della spesa, il cui prezzo, su base annua, è salito dell'11,1%, ai massimi da quasi 40 anni, ossia da luglio 1983 (quando si registrò una variazione tendenziale del +12,2%). Per quanto riguarda l'inflazione acquisita, hanno spiegato dall'Istat, per il 2022 è risultata pari a +7,1% per l'indice generale e a +3,6% per la componente di fondo. «Questa volta non sono i beni energetici a spiegare, se non per le conseguenze che la loro crescita così ampia ha innescato, la nuova accelerazione dell'inflazione, ma sono soprattutto i beni alimentari (sia lavorati sia non lavorati) seguiti dai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, in un quadro di crescenti tensioni inflazionistiche che stanno attraversando quasi tutti i comparti merceologici».

 

 

Il messaggio è chiaro, non c'è solo l'impennata del gas dietro la grande inflazione, ma anche l'aumento del costo degli stessi generi alimentari di prima necessità, imputabile a un incremento generalizzato delle materie prime, a suo tempo riconducibile alla crisi del grano ucraino. Certo, c'è chi sta peggio, come la Germania che sta scontando un costo della vita al 10% al punto da aver messo sul tavolo un price cap fatto in casa, ma non è che in Italia le cose vadano tanto meglio. E c'è ancora l'ennesimo conto del disastro. «L'inflazione all'8,9% determina una stangata per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia tipo, pari a 2.734 euro, di cui 657 euro solo per la spesa alimentare, conto che sale di 3.551 euro annui per una famiglia con due figli», ha spiegato il Codacons, commentando i dati diffusi dall'Istat. «Siamo di fronte ad uno tsunami economico senza precedenti, e la crescita dei prezzi al dettaglio è destinata purtroppo ad aggravarsi nelle prossime settimane. Il maxi-aumento del +59% delle bollette elettriche che scatteranno dal primo ottobre, e i nuovi incrementi del gas alle porte, spingeranno al rialzo l'inflazione, non potendo imprese, esercizi commerciali e attività produttive assorbire costi energetici così elevati, che saranno inevitabilmente scaricati sui listini al pubblico».

 

 

E anche per i sindacati è tempo di agire: «È urgente», ha chiarito la Cisl, «che si prendano provvedimenti strutturali, a livello nazionale ed europeo, per abbattere il prezzo del gas e dell'energia e frenare le dinamiche speculative che stanno determinando l'ascesa dell'inflazione al di là di ogni ragione connessa alla situazione geopolitica internazionale». «Le famiglie bruciano i risparmi per colpa dell'inflazione e hanno incominciato a comprare meno prodotti alimentari, rinunciando ad acquistare soprattutto beni come carne, pesce, latticini e insaccati. I dati sono davvero impietosi» spiega il Presidente nazionale di Udicon, Denis Nesci. «I consumatori - continua- sono spaventati dal peggioramento della situazione economica globale e corrono ai ripari selezionando prodotti più economici nel proprio carrello della spesa. Un calo di consumi preoccupante e un segnale significativo di come gli italiani stiano già affrontando psicologicamente una crisi che è solo alle porte».

 

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