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Alluvione Marche, manca l'acqua potabile in case e ospedali. Centri isolati

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Scarseggia l’acqua potabile, o manca del tutto in alcune zone alluvionate delle Marche. Criticità in tal senso si registrano non solo nelle case ma anche negli ospedali e ci sono poi centri piccoli e medi ancora isolati a causa della viabilità non consentita. Il direttore della Caritas italiana, don Marco Pagniello, tornando da un sopralluogo nelle aree più colpite dal violentissimo alluvione e, all’Adnkronos, ha tracciato un bilancio delle criticità e della situazione che ha visto con i suoi occhi. «La situazione degli sfollati è in continuo divenire - osserva il direttore della Caritas -. Ci sono piccoli e medi centri non raggiungibili a causa della viabilità compromessa. L’acqua potabile scarseggia o manca del tutto in alcune zone, nelle caae e anche negli ospedali». La Caritas a Senigallia continua ad accogliere gli sfollati, a breve arriverà anche una task force di Vigili del Fuoco per portare aiuto. 

 

 

«Siamo ancora in piena emergenza e continua ad esserci l’allerta anche se ora fortunatamente è uscito un pò di sole. I marchigiani sono una comunità coesa e da subito si sono armati di pala e stivali per spalare fango e per buttare ciò che è andato distrutto nell’alluvione», racconta il direttore della Caritas che torna dai luoghi flagellati dall’alluvione avendo negli occhi «il dolore e la fatica di tanta gente ma anche la voglia di reagire». Ora Caritas farà una mappatura dei bisogni «soprattutto per i paesi più isolati. Si tratta di accompagnare le famiglie e di fare in modo che nessuno sia escluso dagli aiuti» superando anche la burocrazia che al danno aggiungerebbe la beffa. 

 

 

«Anche la Cei ora con tutta probabilità - anticipa don Pagniello - stanzierà fondi per aiutare. I 5 milioni di euro promessi ieri da Draghi sono una prima grande risposta». Caritas è attiva anche per il servizio dei pasti alle persone che non hanno voluto lasciare casa «ma che - come spiega il direttore di Caritas - non hanno luce né gas. Ci sono poi tanti anziani strappati letteralmente dalle loro case inagibili che sperano di potere fare ritorno il prima possibile».

 

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