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Ndrangheta, Rocco Morabito estradato in Italia dal Brasile: a Roma il re della cocaina

Angela Bruni
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È atterrato l'altra notte all'aeroporto di Roma Ciampino, estradato dal Brasile, dove era stato arrestato il 25 maggio 2021: Rocco Morabito, boss della 'ndrangheta, conosciuto anche come il re della cocaina, torna in Italia dopo 30 anni di latitanza nel Sud America. Era inserito nella lista dei latitanti più ricercati in Italia, secondo solo a Matteo Messina Denaro. Morabito era stato arrestato dalla polizia federale brasiliana a João Pessoa, nello Stato del Paraíba, e trasferito in un penitenziario a Brasilia, nel corso di un'operazione congiunta con i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia - progetto I-Can (Interpol Cooperation Against 'ndrangheta) e dalle agenzie statunitensi Dea e Fbi. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri. La scorsa settimana, le procedure di estradizione aveva subito uno stop perché a carico di Morabito vi era un mandato di cattura provvisorio emesso dallo Stato di San Paolo, un copione già visto anni prima, in Uruguay, dove era stato arrestato una prima volta. Quel tempo gli consentì di organizzare la fuga dal carcere nel quale era detenuto. Approfittando di un buco nella sorveglianza, con le lenzuola si era calato dal tetto ed era riuscito a fuggire.

 

 

L'estradizione è stata resa possibile attraverso una attività di raccordo tra l'Ambasciata d'Italia in Brasile, il Progetto I-Can e le Autorità brasiliane. Lontano parente del boss Giuseppe Morabito 'u tiradrittù, Rocco Morabito, è noto come 'u tamungà per la sua passione per i fuoristrada tedeschi Munga a bordo dei quali da giovane sfrecciava per le strada della Locride. Negli Anni Ottanta Morabito si è fatto le ossa nel clan di famiglia, specializzandosi nel narcotraffico. All'Università di Messina era noto anche per l'abitudine di appoggiare la sua pistola sulla cattedra del docente di turno. Nel 1989 il fratello Leo è stato ucciso nell'ambito della faida le 'ndrine della Locride. È in quel momento, durante la guerra di 'ndrangheta, che Morabito ha iniziato a pensare di trasferirsi al Nord. Prima però ha fatto tappa di passaggio a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, con Alberto Beneduce, boss della camorra che gestiva il traffico di droga per conto di Francesco Schiavone «Sandokan» direttamente con i narcos sudamericani. Legame, questo, che Morabito ha imparato a gestire per la sua 'ndrina quando nel 1991 arrivato a Milano, diventa il «re della cocaina» del capoluogo lombardo.

 

 

A Milano 'u tamungà è riuscito a costruire un impero personale tra donne, soldi e serate folli, con la base a Casarile, piccolo centro tra Milano e Pavia, ora trasformata in una biblioteca. Nel 1994 viene fotografato a Milano mentre con lo zio Domenico Mollica incontra narcotrafficanti colombiani a cui consegna due miliardi e 900 milioni delle vecchie lire. Nel 1994 con l'operazione Fortaleza viene condannato a 30 anni di carcere per associazione di tipo mafioso e traffico di droga e il 10 febbraio 1995 è inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia cosa che non lo ferma dalla sua attività. Il 15 luglio 1992 tenta il trasporto di 592 chili di cocaina dal Brasile, mentre nel 1993 organizza un trasporto di 693 chili. Latitante in Uruguay dal 2001, dove viveva sotto il nome di Francisco Antonio Cappelletto Souza, era stato già arrestato a Montevideo nel 2017, ma era evaso due anni dopo. La sua latitanza è terminata nel 2021, con l'arresto in Brasile.

 

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