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Lista dei putiniani, retroscena di Dagospia. La manina che ha passato il dossier, chi rischia grosso

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Tutti si interrogano come sia nata la fantomatica lista dei filorussi spuntata sul Corriere della sera, un elenco di nomi di presunti sostenitori di Vladimir Putin in un primo tempo attribuita al Copasir, che ha smentito di fare indagini autonome come previsto dalla legge, e dai servizi segreti che affermano che nessun dossier è stato prodotto. A fornire un retroscena sull'elenco dei putiniani d'Italia è Dagospia che spiega come tutto partirebbe dall'incontro allargato sulla "disinformazione" in Italia di due giorni prima della pubblicazione dell'articolo.

 

Erano presenti i "vertici del Dis e della Cybersicurezza più altri funzionari di vari ministeri (Viminale, Farnesina)", che hanno analizzato tra l'altro un report ritenuto "di poco conto" fatto dall'intelligence e dai reparti che si occupano di cybersicurezza usando "fonti aperte", ossia media, social e via dicendo. Nessuna indagine ad hoc, insomma. 

 

Secondo il sito di Roberto D'Agostino una manina avrebbe poi consegnato il dossier al giornale prima che arrivasse al Copasir, il comitato parlamentare di sicurezza, che lo avrebbe ricevuto solo lunedì. In sintesi, si legge nell'articolo, nell'elenco quantomeno enfatizzato dal Corriere "nessuno dei nomi è attenzionato dai servizi", e "non esistono liste su cui lavora l'intelligence". E ora "qualcuno nei servizi rischia di pagare davvero il conto" è la considerazione finale di Dagospia. 

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