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La lista dei filo-Putin italiani cambia i talk show, terremoto Rai. Ma Urso chiarisce: dal Copasir nessuna indagine

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Scoppia il vaso di pandora delle "indegne liste di proscrizione di filo-Putin", come le ha definite il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che nell'elenco pubblicato domenica 5 giugno dal Corriere della sera ha letto, tra gli altri, il nome di Vito Petrocelli, l'ex presidente grillino della Commissione esteri del Senato rimosso dopo la polemica per il post del 25 aprile con la "Z" simbolo della guerra russa in Ucraina. Secondo il Copasir in difesa di Petrocelli sarebbe partita una campagna di mail-bombing verso gli account del Senato. 

 

Il quotidiano con un articolo di lunedì 6 giugno ha assicurato che il dossier sui putiniani, filorussi e via dicendo del nostro Paese "è destinato ad ingrossarsi". La vicepresidente del Copasir Federica Dieni, anche lei del 5Stelle, sembra confermare: "Stiamo facendo gli approfondimenti sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere. Siamo in attesa di alcune risposte". L'indagine sulla propaganda russa o filorussa sui media e sul web italiani sarebbe partita i primi di maggio e avrebbe spinto dell'ad della Rai Carlo Fuortes a "ragionare" sulla necessità di "rivedere il format dei talk" del servizio pubblico (che spesso e volentieri invita Alessandro Orsini a Cartabianca). 

 

E sempre secondo il Corriere l'indagine continuerà anche all'estero, perché "ulteriori elementi potrebbero essere acquisiti nella missione che il comitato farà prima a Washington il 12 giugno e poi a Bruxelles". Tra i nomi nuovi della "lista" nelle mani del Copasir ci sarebbe anche Manlio Ducci, autore di un libro sulla guerra citato da Vladimir Putin il 9 maggio, oltre allo stesso Orsini, il freelance Giorgio Bianchi e l'economista Alberto Fazolo. 

 

Indiscrezioni che hanno provocato la reazione di Adolfo Urso, presidente del Copasir: "In merito a quanto riportato da alcuni organi di stampa, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica rileva di non aver mai condotto proprie indagini su presunti influencer e di aver ricevuto solo questa mattina un report specifico che per quanto ci riguarda, come sempre, resta classificato", dice Urso che ricorda che il comitato per la sicurezza parlamentare "non è una Commissione di inchiesta ma organo di controllo e garanzia; non ha poteri di indagine ma ottiene informazioni dagli organi preposti, nel corso di audizioni o sulla base di specifiche richieste, anche al fine di realizzare, ove lo ritenga, relazioni tematiche al Parlamento. Con queste procedure ha attivato l’indagine conoscitiva 'sulle forme di disinformazione e di ingerenze straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica', della quale ha dato comunicazione ai presidenti delle Camere e nella pubblica agenda dei propri lavori". "Il Comitato, inoltre - prosegue il senatore - agisce sempre con il vincolo della segretezza, a cui rigorosamente si attiene, e quando comunica lo fa solo sulla base di precise deliberazioni nelle modalità prescritte dalla legge". In sentisse, la lista dei putiniani non è fritto di una indagine del Copasir, non prevista dalla natura stessa del comitato. 

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