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L'ultimo "capolavoro" di Vladimir Putin, Paolo Magri (Ispi) demolisce la strategia della Russia in Ucraina

Federica Pascale
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“È chiaro che l'ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato sancisce il capolavoro, lo dico ironicamente, di Putin e quindi irrita la Russia.” Così Paolo Magri, vicepresidente dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), ospite di Andrea Pancani a Coffee Break su La7. “Era scontato – sottolinea Magri -, se tu attacchi non fai che stimolare il senso di protezione. Quindi se c'è un'alleanza difensiva, chi non ne fa parte cambia opinione rapidamente come hanno fatto i finlandesi che erano al 20% a favore della Nato e sono arrivate al 70%”.

 

Tutto il mondo ha atteso con paura il 9 maggio, giorno in cui la Russia festeggia la vittoria contro i nazisti durante la Seconda guerra mondiale, e che per molti sarebbe stata l’occasione per il presidente russo di dichiarare “guerra totale” all’Ucraina e all’occidente. Così non è stato, e oltre alle parate in grande stile dei militari russi con i loro carri armati, Putin ha fatto un discorso definito da molti come mite. Spettro costante che aleggia in queste settimane, sin dall’invasione russa dell’Ucraina, è la guerra globale con le armi atomiche: “È chiaro che citare, come stiamo facendo, con frequenza l'ipotesi di armi atomiche non è una buona notizia. Che ciò si traduca in realtà immediata o in realtà anche a medio termine è altra cosa” spiega Magri, che ricorda che i russi sanno benissimo che utilizzare le armi atomiche non produrrebbe un “win win”, cioè una situazione in cui si riesca a vincere, seppur parzialmente, da entrambe le parti. “È uno strumento che unisce immediatamente dopo chi ha colpito, con tutti i missili puntati che abbiamo nell'alleanza difensiva anche in Europa” conclude.

 

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