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Sergej Lavrov "non ha colpito a caso", il sospetto di Maria Giovanna Maglie e la minaccia all'Italia del ministro russo

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L'intervista del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a Rete 4 continua a far discutere e non solo per la frase sulle origini ebraiche di Adolf Hitler, con un paragone inaccettabile con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha provocato tra l'altro la reazione sdegnata di Israele. Per Maria Giovanna Maglie, Lavrov non "ha colpito a caso" e ha lanciato un messaggio inquietante all'Italia. La giornalista, ospite lunedì 2 maggio de L'aria che tira, il programma di Myrta Merlino su La7, risponde ai temi sollevati dalla conduttrice secondo cui alcune frasi dell'uomo di fiducia di Vladimir Putin, oltre a suonare come minacciosi, erano destinati a una opinione pubblica, quella italiana, che "si divide molto e arriva anche a posizioni estreme come quelle del professor Alessandro Orsini". Insomma, Lavrov ha parlato con un trasmissione italiana perché può trovare "terreno fertile anche basandosi forse su questo forte istinto anti-americano che nel Paese aleggia da sempre". 

 

Per la Maglie l'intervista non è un genere "nobile" come si ritiene nell'ambiente giornalistico, perché se Lavrov accetta di parlare lo fa "perché ritiene che non ci debba essere contraddittorio". Nel merito di quanto asserito, il ministro russo ha detto cose "gravissime, di quelle che suscitano la reazione internazionale come quella su Hitler", ricorda la Maglie, ma certe uscite appaiono quasi come delle "macchiette", tali da provocare reazioni di sorpresa del tipo "ma sei un ministro potente, come ti viene in mente?". Ma dall'altra parte invece poi c'è "la sostanza della forte minaccia l'Italia", dal momento che Lavrov ha affermato che il nostro Paese è in prima linea contro la Russia. "Noi dobbiamo avere il coraggio di dire che Putin non è un reietto,  non è né Saddam né Assad,  fino a un giorno prima dell'invasione è stato un interlocutore di affari e politico", e questa è "la nostra grande contraddizione dell'aver a che fare con lui ora". 

 

Per quanto riguarda l'Ucraina, dall'altra parte c'è Zelensky, sconosciuto fino a due mesi fa all'opinione pubblica. La gente "ha paura e non ha nessuna voglia di rischiare la vita", e i media italiani sono sempre a ruota: "sono partiti con l'elmetto pro-Ucraina ma ora mana mano si stanno dissociando perché dietro ci sono gli interessi e una strana opinione pubblica". Un'altra dimostrazione che "Lavrov non ha colpito a caso". 

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