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L'Aifa dice no alla quarta dose di vaccino: i dati non bastano

Carlo Solimene
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La campagna per la somministrazione della quarta dose di vaccino anti-Covid non sarà (ancora) estesa alle fasce più anziane della popolazione. A dispetto delle aspettative della vigilia, infatti, l'Aifa non ha risposto affermativamente alle sollecitazioni del governo, sostenendo servano ancora altri dati per dare l'effettivo via libera alla somministrazione estesa. Un fatto inedito, visto che finora l'ente regolatorio italiano aveva sempre avallato le richieste dell'esecutivo. «La Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha iniziato il 24 marzo 2022 la valutazione dell'opportunità di una seconda dose booster dei vaccini contro il COVID-19 per particolari categorie di soggetti» si legge nella nota. «Considerato il complesso dei dati disponibili, la CTS ha deciso che sono necessari ulteriori approfondimenti, integrando le evidenze scientifiche internazionali con i dati di studi in corso in Italia». La CTS ha inoltre ribadito che «è essenziale il completamento del ciclo vaccinale seguito dalla dose booster già autorizzata».

 

 

Sull'opportunità di procedere alla quarta somministrazione a determinate classi d'età e in particolare agli over 70 - si era aperto un animato dibattito nella comunità scientifica. A favore era ad esempio il consulente del ministero della Salute, Walter Ricciardi. Mentre più scettici si erano mostrati altri esperti, come il virologo Matteo Bassetti. Che ha accolto positivamente il parere dell'Aifa: «È arrivata una decisione di buonsenso. Fare ora una quarta dose a tutti - ha detto il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova - significherebbe sottoporci nell'arco di poco più di un anno a tre dosi di vaccino, considerando che in autunno potrebbe arrivare un vaccino aggiornato e così anche un nuovo richiamo. Ecco, dobbiamo spingere proprio su questo fronte, avere al più presto un vaccino aggiornato. Altrimenti dobbiamo essere molto duri nel dire che fare la quarta dose a chi non è immunodepresso, non ha una valenza scientifica».

 

 

La decisione dell'Aifa arriva nei giorni in cui si starebbe registrando un rallentamento della crescita dei contagi da Covid rilevato nelle ultime settimane. Ieri sono stati scoperti poco meno di 82mila nuovi casi, sostanzialmente in linea con quelli segnalati il giovedì della settimana precedente. Anche la pressione sul sistema sanitario resta lontana da livelli preoccupanti, con le terapie intensive in calo di 19 unità, per un totale di 447 letti occupati. Dati che allontanano, al momento, lo scenario di una severa quinta ondata.

 

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