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Papa Francesco a Kiev e Putin pronto a scatenare l'inferno: il Vaticano ferma il Pontefice

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Non l'avrebbero proprio mandata giù la notizia di una possibile visita di Papa Francesco a Kiev. "Se visitasse l'Ucraina adesso, farebbe un favore non tanto a Zelenski ma agli Stati Uniti" avrebbe scritto il governo russo alla Segreteria di Stato Vaticano stoppando l'invito di Volodymyr Zelenski al Pontefice di visitare la capitale assediata dalle truppe di Putin che da un mese lancia le bombe sul Paese. Secondo quanto scritto da Massimo Franco sul Corriere della Sera recarsi a Kiev significherebbe appoggiare i nemici di Putin e quindi scatenare una tensione mai vista nelle relazioni tra Mosca e il Vaticano.

Nel frattempo, quando mancano ormai poche ore dalla consacrazione di Ucraina e Russia al Cuore Immacolato di Maria per chiedere la pace, il Pontefice torna a parlare di spese investite in armamenti.

L'ultima volta solo qualche giorno fa, quando aveva denunciato lo "scandalo" di una scelta "che riporta tutto e tutti indietro" e che "sporca l'anima". Parlando di spese militari, in quell'occasione il Santo Padre aveva detto: "Non so quale percentuale del Pil, non mi viene la cifra esatta, ma un'alta percentuale".

La percentuale, confermata ieri durante il summit straordinario dei leader della Nato, è il 2%. Immediata la reazione del Papa: "Mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il 2 per cento del Pil per l'acquisto di armi come risposta a questo che sta accadendo, pazzi!". Il Santo Padre chiede ancora una volta di deporre le armi e riprendere la strada del confronto e della mediazione. "La vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari - ha affermato il Pontefice - ma un'altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti, un modo ormai globalizzato, e di impostare le relazioni internazionali".

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