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Ucraina, Margelletti choc dopo il discorso di Putin: "Dobbiamo capire che la guerra ora è un'eventualità"

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Si parla di passi avanti nei negoziati tra Russia e Ucraina ma le indicazioni arrivate dal discorso del presidente russo Vladimir Putin allo stadio Luzhniki di Mosca nel mega-evento per l'anniversario dell'annessione della Crimea porterebbero verso un'altra direzione. Ad analizzare il messaggio politico inviato all'Occidente da parte dello Zar è Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali.

 

"Il messaggio di Putin lanciato oggi nel suo discorso è ’io sono la Russia'", ha detto a LaPresse. E in merito alla citazione della Bibbia contenute nel discorso, l’esperto spiega che in questa guerra "c’è una forte connotazione religiosa. Non a caso uno dei suoi principali alleati è il Patriarca Kirill, e quando ’Dio lo vuole' tutto è permesso...".

 

 Tutto come all'inizio dell'invasione dell'Ucraina. Il discorso dello Zar "non varia di una virgola rispetto a quello che dice dal primo giorno. È assolutamente coerente, e parla del proseguimento dei suoi piani. Soprattutto non c’è stato il minimo accenno di un’apertura al dialogo. Noi occidentali dobbiamo entrare nell’ordine delle idee che la guerra è un’eventualità", è l'amara conclusione del presidente del Centro Studi Internazionali.

 

Margelletti è intervenuto anche a L'aria che tira, il programma condotto da Myrta Merlini su La7, e per descrivere l'azione di Mosca in Ucraina e il rapporto di forze tra i due Stati ha usato una metafora tanto drammatica quanto suggestiva: "Abbiamo sempre parlato dell'Ucraina come del 'granaio d'Europa'", dice l'analista sulle capacità produttive di Kiev. "Ora pensiamo all'Ucraina come a un campo di grano in cui entra una mietitrice", che è l'esercito russo, "che porta via tutto questo. È quello che sta succedendo - argomenta l'esperto - l'esercito russo una mietitrice ed è questa la sua tattica: radere al suolo qualunque cosa e qualunque persona incontri". 

Un ragionamento inquietante, anche nel suo sviluppo: "Noi di questo dobbiamo parlare, dobbiamo avere l'onestà di dirlo al di là dei grandi discorsi geopolitici o divisioni pro o contro". Non  un questione di tifoseria, quello che sta accadendo in Ucraina "è un dato empirico", conclude.
 

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