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Covid, risalgono i contagi e il decreto slitta: il governo non è ancora pronto

Dario Martini
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Il decreto con la road map per l'allentamento graduale delle restrizioni non è ancora pronto. Il governo deve stabilire un cronoprogramma su cosa accadrà a partire dal primo aprile, quando sarà finito ufficialmente lo stato d'emergenza. Ieri il premier Mario Draghi si è riunito con il ministro della Salute Roberto Speranza e con i vertici del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli per fare il punto della situazione.

Fonti del governo spiegano tuttavia che il decreto in questione «è ancora ballerino, tutto è ancora aperto», ovvero non si ha certezza di riuscire a chiudere il testo già oggi, come inizialmente previsto, complice una situazione che registra la risalita dei contagi, minando l'ottimismo. Il Consiglio dei ministri dove verranno prese le decisioni definitive potrebbe slittare quindi a domani. Anche se oggi si potrebbe comunque tenere la cabina di regia preparatoria. Alcune cose però sono già certe.

Dal primo aprile, infatti, non ci sarà più l'obbligo di avere il green pass rafforzato nei luoghi all'aperto, in ristoranti e bar e sui trasporti pubblici. I passi successivi sono quelli su cui si tratta. Dal primo maggio ci dovrebbe essere lo stop a qualunque tipo di green pass per l'accesso ai luoghi al chiuso, dai ristoranti ai cinema alle attività di vario tipo. Quello stesso giorno potrebbe decadere anche l'obbligo di portare la mascherina Ffp2 per assistere ai concerti, mentre per smettere di indossare la mascherina sui mezzi bisognerà aspettare giugno. Particolarmente delicato è l'aspetto che riguarda le vaccinazioni per i lavoratori over 50.

In questo caso, il governo sta valutando di trasformare il super green pass nella certificazione verde base che si ottiene anche con un tampone negativo. Il nodo da sciogliere è quando far partire questa novità, se farlo subito dal primo aprile o più avanti. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, spiega nella cabina di regia di oggi «verranno decisi gli allentamenti. Si toglierà sicuramente il green pass all'aperto anche per le attività sportive. Ci sarà anche la trasformazione del green pass da rafforzato a quello base in altre realtà».

I partiti della maggioranza hanno visioni diverse. Il Pd e Leu sono più cauti, mentre la Lega vorrebbe far presto cancellando subito tutte le restrizioni rimaste. Anche Italia Viva ha lo stesso approccio. Quando si sente parlare Renzi sembra di stare di fronte a Salvini. Il leader di Iv è chiaro: «Io sono per eliminare velocemente, come hanno fatto Macron e Johnson, il super green pass e le mascherine perchè è chiaro che per chi è vaccinato Omicron e poco più di un raffreddore».

Una frase che ha provocato la ramanzini del virologo Roberto Burioni: «Il vero problema non è l'abolizione del green pass, ma il milione di ultracinquantenni che non si sono ancora vaccinati e magari gridano alla dittatura sanitaria. Ricordo a Renzi che per loro il Covid non è per niente un raffreddore, anzi». Anche il collega Frabrizio Pregliasco predica cautela: «Attenzione a non aprire il rubinetto dell'acqua calda tutto d'un botto, se no ci scottiamo». Quindi sì allo stop dello stato di emergenza a fine mese e poi, «magari, dal primo aprile eliminiamo il green pass all'aperto». Ma «le mascherine al chiuso in questa fase vanno tenute».

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