
Armi all'Ucraina benzina sul fuoco, i dubbi del generale sulla Nato

"Dare armi all'Ucraina vuol dire mettere altra legna sul fuoco. O si fa un compromesso tra le parti o ci sarà la guerra totale.” Così il Generale Marco Bertolini, ospite di Mario Giordano durante la puntata di martedì 8 marzo di Fuori dal Coro, il talk politico in onda in prima serata su Rete4.
“L’esercito ucraino è un esercito serio, addestrato, direi di impronta russa, ed è stato equipaggiato anche dagli americani negli ultimi anni” spiega il generale. “A questo punto, il fatto di fornire armi e, ancora peggio, creare una no fly zone non è altro che mettere altra legna sul fuoco.” Creare una no fly zone significa di fatto far scendere in campo gli aerei della Nato, a protezione dell’Ucraina, il che equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra alla Russia con conseguente escalation del conflitto.
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Si tratterebbe di “un coinvolgimento della Nato in una guerra fra due Paesi europei che non appartengono alla Nato, e che per una questione di carattere territoriale, un po’ com’è successo in Kosovo fra la Nato contro la Serbia, sono venuti alle mani e purtroppo gli effetti sono quelli che vediamo sulla popolazione” commenta il generale. “Cose del genere, però, sono successe anche nel passato. Le armi sono strumenti, possono essere buone o non buone” sottolinea, e gli ucraini in questo caso sono già armati. Inviando armi “non facciamo altro che allontanare la prospettiva di un negoziato fra le parti e che si trovi un compromesso, perché c'è bisogno di un compromesso” oppure sarà guerra totale.
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