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Ricciardi evoca il "dramma Gran Bretagna". Ma i dati lo smentiscono

Dar. Mar.
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Walter Ricciardi, consulente per il coronavirus del ministro della Salute Roberto Speranza, invita il governo a non allentare troppo presto le misure anti-Covid. Altrimenti, sostiene l'esperto, si rischia di fare la fine della Gran Bretagna. Ecco le sue parole affidate all'AGI: "Lo dico da diversi giorni: c’è una grande attenuazione dell’attenzione, sono ferme sia le prime sia le terze dosi e anche le quarte agli immunodepressi. Quando smettiamo di considerare il virus come un problema lui si ripresenta. L’esempio è la Gran Bretagna dove sono state tolte tutte le misure di contenimento il 24 febbraio e stanno riaumentando drammaticamente ospedalizzazioni e morti". Il docente di Igiene all’università Cattolica di Roma avverte anche che "c’è una variante di Omicron, la B.A.2 che è ancora più contagiosa dell’originale e tra poco sarà dominante anche qui",

 

 

 

 

Per scrupolo, abbiamo controllato di che proporzioni sia questo "dramma" che ha colpito la Gran Bretagna governata da Boris Johnson. Per farlo, siamo andati direttamente alla fonte e abbiamo consultato i numeri ufficiali forniti dal sito governativo del Regno Unito che aggiorna costantemente i dati sul Covid. Nell'ultima settimana sono stati contati 969 decessi di pazienti con il Covid registratI sul certificato di morte, pari a una media di 138 morti al giorno. Ieri, 7 marzo, sono stati 140. In Italia (su una popolazione di 60 milioni di abitanti rispetto ai 67 milioni del Regno Unito) negli ultimi sette giorni ci sono stati in media 179 morti per Covid al giorno. Ieri, 7 marzo, sono stati 130.

 

 

 

 

Anche guardando cosa accade negli ospedali britannici, non sembra di essere in presenza di questa recrudescenza fuori controllo. Tanto più se paragonata alla situazione italiana. Il 24 febbraio, data ricordata da Ricciardi, il Regno Unito aveva una media settimanale di 11.291 ricoverati Covid non gravi e di 318 pazienti in terapia intensiva. Il 4 marzo, i ricoverati non gravi erano scesi a 10.662, mentre quelli in terapia intensiva erano 271. L'ultimo dato aggiornato dal governo britannico il 7 marzo riporta 10.702 ricoverati non gravi e 257 in terapia intensiva. La situazione nelle ultime settimane, quindi, è migliorata. Inoltre, si tratta di dati simili, se non addirittura migliori, rispetto a quelli dell'Italia che, alla stessa data del 7 marzo, contava 8.989 ricoverati non gravi (161 in più rispetto al giorno prima) e 610 in terapia intensiva (7 in più rispetto al giorno prima). 

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