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È morto Flavio Carboni, chi era l'uomo dei misteri. Il faccendiere al centro della cronaca dagli Anni '70

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Morto a Roma, a 90 anni, Flavio Carboni, era nato a Torralba, in provincia di Sassari. Il suo nome è stato al centro di molti di quelli che sono considerati i 'misteri' dell'Italia a partire dagli Anni 70, da quando, cioè, si affacciò al mondo dell'alta finanza.

Indagini, accuse, processi e assoluzioni: dal 1982 è stato più volte arrestato, trascorrendo in carcere brevi periodi di detenzione. Carboni è stato imputato di numerose accuse: falso, truffa, bancarotta fraudolenta, riciclaggio. Ma l'unica sentenza di condanna definitiva è quella per il crack Ambrosiano Veneto, a 8 anni e 6 mesi di reclusione.

Il suo nome è legato alle vicende di cronaca che hanno fatto scalpore in Italia: come, per esempio, l'attentato a Roberto Rosone, all'epoca vicepresidente del Banco Ambrosiano Veneto, il crack della banca (unico caso in cui è stato condannato), la morte del banchiere Roberto Calvi (caso dal quale fu assolto).

Carboni ha intrattenuto rapporti con personaggi come l'agente segreto Francesco Pazienza, il capo della loggia massonica P2 Licio Gelli (ma lui ha sempre negato di averlo conosciuto), il boss mafioso Pippo Calò, l'ex gran maestro del Grande Oriente d'Italia, Armando Corona, e l'allora imprenditore Silvio Berlusconi, prima che scendesse in politica, di cui è stato socio in affari per il progetto 'Costa Turchese', noto anche come 'Olbia 2'.

Tra le inchieste che lo hanno coinvolto anche quella legata agli appalti dell'energia eolica in Sardegna, nata da un altro filone di indagine, legato alla cosiddetta P3. Nel 2010, Carboni è stato ascoltato anche come testimone per la scomparsa di Manuela Orlandi, per i rapporti che avrebbe avuto in Vaticano e con alcuni esponenti della banda della Magliana. Nell’agosto 2018 era stato indagato per trasferimento fraudolento di fondi. Una vicenda per la quale è stato assolto nei giorni scorsi.

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