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Covid, la preghiera ha sempre aiutato a uscire dai momenti più bui

Maria Pia Baccari Vari - docente di diritto romano
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I giornali hanno dato ampio risalto a una «nuova profezia» di Bill Gates: «La prossima pandemia sarà più letale del Covid» (Corriere della sera). Ciò è avvenuto nel giorno in cui si sono celebrate la festa liturgica di San Sebastiano, protettore contro la peste, e anche la Medaglia «miracolosa». Quest'ultima è tale perché tra i tanti miracoli del corpo e del cuore, nella Francia, afflitta da svariate pandemie, nell'800, guariva miracolosamente il popolo che l'invocava. Qualche giorno fa il noto regista e attore Carlo Verdone, profondo conoscitore dell'uomo, aveva evidenziato, con coraggio, la tristezza sui volti del popolo romano che incontrava per le strade e invitato, con grande semplicità, a pregare. La preghiera forza motrice della storia? Potrebbe addirittura cambiare il corso della storia? Potrebbe essere uno strumento «utile» per uscire fuori dalle strettoie nelle quali ci troviamo, e guardare al futuro con speranza.

 

 

Non dimentichiamo che la speranza è una virtù anch'essa motrice, assieme alla fede e all'amore, che addirittura ci dice Dante «muove il Sole e le altre stelle». La presunzione e onnipotenza dell'uomo e dei governanti del XXI secolo ci porta a tenere nascosto questo bisogno. Eppure sono talmente tanti gli accadimenti drammatici che stanno accompagnando questi ultimi due anni e, più in generale questo ventennio del XXI secolo. Si dovrebbe riflettere su questo, accanto ovviamente a tutti gli strumenti che la scienza, medica e non solo, ci offrono per combattere il drammatico momento attuale e uscire fuori dalle pastoie. Pensare alla preghiera come un «problema politico», lo diceva Giorgio La Pira e per questo pregava! L'espressione è di J. Daniélou e L'orazione problema politico è il titolo di un libro del noto studioso. Gli Imperatori romani invitavano il popolo a pregare, anzi niente stava loro più a cuore (studiosum erit) quanto l'onestà dei sacerdoti, poiché essi pregano continuamente Dio anche per loro. Cicerone riteneva che, rispetto ad altri popoli, quello romano fosse pari o anche inferiore, ad eccezione della religione (religione, id est cultu deorum), nella quale primeggiarono (multo superiores). È il popolo che - nei millenni - ha professato e professa la religione, è il popolo con i suoi bisogni materiali e spirituali che prega, che deve «alzare le braccia» o inginocchiarsi, o pubblicamente o nel chiuso di una stanza e «chiedere» un miracolo, la guarigione del corpo e del cuore.

 

 

E la storia è piena di Re, Imperatori, Dogi che invocano Dio e la Madonna per la salute del popolo! Perché non tentare? Infondo se mi è lecito... il tutto è a costo zero! Per gli studiosi, a partire dagli economisti, oggi tanto in voga, la preghiera non sottostà alle regole del mercato, infatti diceva Sant' Alfonso, la grazia non è limitata, ma, anzi, è infinita, come la Misericordia! Nella nostra debolezza e fragilità ci saranno di grande conforto e incoraggiamento le parole rassicuranti del Signore: «Tutto quello che domanderete nella preghiera, vi sarà accordato».

 

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