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Culle vuote e cucce piene, Papa Francesco striglia le famiglie italiane

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Una lunga parentesi in un discorso già di per sé sufficientemente chiaro, un duro esempio che letteralmente accarezza contro il verso del pelo chi lo ascolta e chi non vuol farlo.Papa Francesco punta l’indice sulla negazione della genitorialità, ben rappresentata dalle culle vuote e dalle cucce piene. Figli pochi, e poche adozioni; cani e gatti, in compenso, molti. Questi ultimi che prendono il posto dei primi per la piena realizzazione di una società egoista che si autocondanna a restare orfana. Orfana di futuro, perché sono i figli che «ci chiuderanno gli occhi» e, per chi è più prosaico, ci pagheranno la pensione. Proprio così: Bergoglio cita l’osservazione semiseria di chi si preoccupa del futuro anche in termini molto concreti; semiseria fino a un certo punto. Se non si vuole capire l’una cosa, si ascolti almeno il richiamo della praticità. Un discorso che lo vede tornare per la seconda volta in pochi giorni sul tema dell’inverno demografico. Oggi non cita l’Italia, ma pare più che altro perché non ve n’è più bisogno. L’enunciato è comunque chiaro. Del resto il fenomeno non è certo limitato alla Penisola e alla sua disamina il Pontefice arriva al termine di un ragionamento che parte dall’attualità liturgica.

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