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Quarantena ridotta, il 29 dicembre la riunione del Cts. Ma il governo è contrario agli sconti

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Il 29 dicembre come data decisiva. Sul tavolo del governo guidato da Mario Draghi è in corso una riflessione sulla riduzione della quarantena per i vaccinati venuti a contatto con un positivo. È la risposta ai tanti appelli arrivati da più parti: con i contagi record che si continuano a registrare ogni giorno si rischia, infatti, una sorta di ‘lockdown’ per i vaccinati. Anche le Regioni, per bocca del presidente Massimiliano Fedriga, spingono affinché si faccia questa «riflessione», garantendo sì la «massima sicurezza» ma «senza bloccare il Paese». «Bisogna cambiare le regole e farlo al più presto prima che si blocchi un intero Paese», gli fa eco il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che chiede di allargare l’obbligo vaccinale. La quarantena «deve essere rivista ma solo sulla base della scienza. Il Cts si esprima», è l’invito del presidente del Veneto Luca Zaia. 

 

 

«La quarantena non è pensata per ridurre la malattia clinica, ma per ridurre il contagio», spiega l’epidemiologo Donato Greco, del Cts. E il governo ha convocato gli scienziati per il 29 dicembre, in modo da avere un parere da portare poi nella riunione del consiglio dei ministri. Al momento, riferisce il Corriere della Sera, la linea del governo è quella di non concedere riduzioni del periodo di isolamento, soprattutto in un periodo che viene considerato particolarmente delicato come quello delle festività di Natale e Capodanno. Altre indiscrezioni vogliono che la quarantena per i vaccinati con terza dose, attualmente di sette giorni, potrebbe essere ridotta tra i tre e i cinque giorni. Saranno analizzati i dati dei tamponi e la curva epidemiologica per arrivare ad una decisione finale. Non sono al vaglio ulteriori restrizioni per il Paese.

 

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