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Baruffa a Tagadà tra Matteo Bassetti e Roberto Castelli: “troppe informazioni contraddittorie”, “non capisci”

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Aspro scontro tra Roberto Castelli e Matteo Bassetti nella puntata del 24 novembre di Tagadà, programma di La7 condotto da Tiziana Panella. L’ex ministro della Giustizia della Lega si scaglia contro il primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova intervenuto poco prima di lui sull’argomento mascherine: “Ci permetterà di non andare in zona gialla, sono contrario all'obbligo di mascherine all’aperto!”. Il discorso dell’infettivologo è apparso poco chiaro a Castelli: “Anche il dibattito che c’è oggi mi fa convincere di una cosa, io mi fido solo del mio giudizio. Anche in questi pochi minuti di trasmissione abbiamo sentito informazioni contraddittorie. Ricordo la criminalizzazione che è stata fatta nei confronti dei manifestanti di Trieste che andavano in giro senza mascherina e ora il professor Bassetti si dice contrario alla mascherina all’aperto”.

 

 

Tiziana Panella interviene poco prima che scatti la rissa televisiva: “Bassetti si difende da solo, ma un conto è fare la passeggiata da solo, un conto è manifestare assembrati”. Bassetti prova a chiarire il suo pensiero: “Ho fatto il liceo classico e ho studiato l’italiano, io non ho detto assolutamente quello che sta dicendo, parliamo lingue molto diverse, dispiace che lei non capisca. O forse non vuole capire perché preferisce capire in maniera diversa”. A quel punto si accavallano le voci dei due contendenti e non si capisce più nulla. 

 

 

La conduttrice riporta tutti alla calma e dà nuovamente la parola all’infettivologo che cerca di esprimere al meglio la propria posizione, ancora una volta: “Passeggiare nel bosco, andare sul lungo mare e stare da soli sono azioni che non richiedono la mascherina. sono in coda al mercato, vado a comprare il gelato, sono in una manifestazione con persone vicine e allora mi metto la mascherina. un conto è dire che la mascherina la devi vestire per obbligo o scatta la multa, un conto è dire ‘mi sento più sicuro a vestirla sempre’. Non c’è niente di male, gli orientali lo fanno da 30 anni. Bastava andare in Cina prima della pandemia e si vedeva. Spero si sia capito, visto che - conclude con un riferimento malizioso al suo interlocutore - parlo italiano”.

 

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