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Loreno Bittarelli di Uri denuncia l'accanimento: “Neppure l'Europa chiede le liberalizzazioni. Perché Draghi insiste?”

Alessio Buzzelli
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“Noi siamo sempre per il dialogo, ma se il Governo continua a ignorare le nostre istanze, allora lo sciopero sarà inevitabile”. Così Loreno Bittarelli, Presidente Uri (Unione radiotaxi italiani), ha commentato l’annuncio dello sciopero nazionale indetto per il 24 novembre contro il nuovo Ddl Concorrenza, in cui è prevista la liberalizzazione dei servizi di mobilità urbana non di linea, come quello dei taxi.

Bittarelli, perché il Ddl concorrenza penalizzerebbe la vostra categoria e favorirebbe altri soggetti?
“Noi non ce l’abbiamo con nessuno. Siamo arrabbiati perché c’è tutto un trascorso che non giustifica l’attuale atteggiamento del Governo. Tutti gli anni i taxi sono inclusi nelle liberalizzazioni, con il pretesto del ‘ce lo chiede l’Europa’. E invece è l’esatto contrario: nella normativa UE Bolkestein i taxi, così come le ambulanze, sono esplicitamente esclusi da riforme di concorrenza in quanto servizio pubblico, con precisi obblighi e tutele per l'utente. In più aspettiamo ancora l’applicazione dei decreti attuativi concordati ormai più di tre anni fa e mai portata a termine, come quello sulla regolarizzazioni delle app. Contro le quali, ci tengo a ricordarlo, noi non nutriamo alcuna ostilità, anzi”.

 

 

Eppure in molti la pensano così.
“È un luogo comune quello che vede i tassisti contrari alla tecnologia. Basti pensare che l’applicazione IT Taxi, di cui sono uno dei fondatori, è stata lanciata nel 2012, un prodotto made in Italy, di cui andiamo fieri. Noi siamo contro le app pensate per aggirare le regole. Noi siamo contro una liberalizzazione che ci vedrebbe penalizzati in quanto servizio pubblico: noi con delle regole stringenti, gli altri liberi di fare come meglio credono. Sarebbe concorrenza sleale a dire poco, ma questa è storia vecchia. Ma quello che ci sorprende di più, ripeto, è l’atteggiamento ostile che questo Governo ha nei confronti della nostra categoria ”.

 

 

Che idea si è fatto in merito?
“Sinceramente non abbiamo trovato nessuna spiegazione razionale. Non abbiamo fatto del male a nessuno, durante la pandemia abbiamo lavorato h24 anche quando gli altri servizi pubblici erano fermi, siamo stati in strada giorno e notte, abbiamo accompagnato gratis gli anziani a vaccinarsi. E oggi sembra che il problema dell’Italia siano i tassisti. È comunque fuor di dubbio che contro la nostra categoria ci sia un qualche tipo di accanimento, e mica solo da oggi. Tutti i governi, da 20 anni, provano a colpirci a colpi di liberalizzazioni. Nonostante quello dei taxi sia il servizio pubblico di trasporto che funzioni meglio ”.

Cosa chiedete al Governo?
“Al Governo chiediamo nulla più che un confronto. Che fino ad ora non c’è stato. Io non sono favorevole agli scioperi ‘preventivi’, per questo nei prossimi giorni speriamo si apra un tavolo di discussione di cui ci faremo promotori. È ovvio che se questo non dovesse avvenire, allora la protesta sarebbe inevitabile, oltre che legittimata da un atteggiamento di chiusura da parte del Governo francamente incomprensibile”.

 

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