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Bomba di Abrignani sul vaccino: la terza dose ci può proteggere 10 anni. Sorpresa ad Agorà

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La terza dose del vaccino anti-Covid proteggerà chi la riceve per altri 5-10 anni? A sganciare la bomba mentre si discute sulla possibile estensione del booster vaccinale a tutte le fasce di età è l'immunologo Sergio Abrignani, membro del Cts, che p intervenuto mercoledì 10 novembre ad Agorà, il programma condotto da Luisella Costamagna su Rai3. 

 

"Terza dose a tutti, anche sotto i 60 anni? Non è una decisione straordinaria, nel mondo della vaccinologia la terza dose distanziata dalle prime due, per persone che non hanno mai visto un certo microrganismo, è la normalità. Il nostro sistema immunitario come in questo caso, può aver bisogno di questa stimolazione per innescare una memoria di lungo termine che consenta di fare altri richiami non prima di 5-10 anni”, aveva spiegato l'esperto al Corriere della sera. Nella trasmissione Rai torna sull'argomento. 

 

"È una notizia bellissima, ero già pronto a fare il vaccino ogni anno e invece non sarà così", esulta Alessandro Cecchi Paone, tra gli ospiti del programma. "Potrebbe" sottolinea la conduttrice. Ma cosa dice Abrignani? "Il vaccino dell'influenza cambia ogni anno perché cambia il virus". Per il Covid, invece, anche se "la variante Delta è molto più diffusiva - spiega l'immunologo - abbiamo visto che i vaccini basati sul ceppo originale di Wuhan restano molto efficaci" nel proteggere dall'infezione ma soprattutto dalle condizioni peggiori della malattia", ovvero il finire in terapia intensiva o la morte. 

Insomma, la terza dose potrebbe proteggerci per anni, ma non sono esclusi "scenari peggiori" in cui una nuova variante può cambiare le carte in tavola, è il ragionamento di Abrignani. 

 

La tesi di del professore di Patologia generale presso l'Università degli Studi di Milano e membro del Comitato tecnico-scientifico che supporta il governo di Mario Draghi sulle scelte per contrastare la pandemia sta provocando un aspto dibattito. "I dati sull'efficacia dei sieri lo smentiscono" attacca Maurizio Belpietro su Twitter rilanciando il parere dell'esperto tedesco Alexander Kekulé per cui "un terzo o il 50% dei vaccinati è veicolo d'infezione".

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