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L'imputato Saviano frigna. Quattro minuti e mezzo di videolagna contro Giorgia Meloni

Francesco Storace
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Roberto Saviano ha una sola paura, quella di sborsare quattrini per risarcire Giorgia Meloni nel processo per diffamazione che dovrà subire. Passata la rabbia perché sente il fiato della giustizia sul collo - anche se incredibilmente il giudizio si terrà il 15 novembre 2022... - l’imputato Saviano è apparso impacciato e poco sereno in un tweet di "risposta" in video in cui non spiega perché rischia la condanna.

 

Dice lo scrittore che si credeva intoccabile: sono stato "rinviato a giudizio per aver esercitato il diritto di critica". No, caro Saviano, le contumelie a mezzo televisivo non sono critiche, sono insulti diffamatori che meritano un risarcimento, se il giudice lo stabilisce. E quindi ora ti becchi il processo: hai insultato Giorgia Meloni, perché dire "bastarda" in tv non è un complimento.

 

Alla presidente di Fdi, Saviano ha riservato la solita balla che circola da anni: la Meloni “dichiarò di voler affondare un’ambulanza del mare”, come se avesse detto di uccidere i migranti a bordo. La Meloni, semmai, ha chiesto di sequestrare le navi e non certo i clandestini. E una volta messo in salvo il carico di passeggeri, allora sì affondarle per far capire alle Ong che le posseggono che deve cessare il traffico dei mercanti di vite umane.

 

Dice Saviano che andrà "a processo sereno". E anche questo non è affatto vero, perché dice di voler "processate le parole di Giorgia Meloni". Bugia clamorosa: perché l'imputato è lui e non la leader di Fratelli d'Italia (di seguito e a questo link il video di Saviano).

 

E continua ad offendere, perché aggiunge che la Meloni parla di immigrazione per "far abbaiare la canea dei propri elettori". Questo è uno scrittore, che definisce "canea" gli elettori di un partito. Forse, una volta tanto, dovrebbe essere Saviano a vergognarsi di simili espressioni.

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