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Orso M57, la Provincia di Trento sconfitta al Consiglio di Stato: favorevole alla liberazione

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Orsi troppe volte bistrattati e ingiustamente sottoposti a misure coercitive non necessarie. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di alcune associazioni animaliste, stabilendo che la Provincia di Trento debba valutare la possibilità di liberare l’orso M57, dallo scorso anno rinchiuso al Casteller.

L’animale venne catturato mentre rovistava nei cassonetti della spazzatura, dopo avere aggredito un uomo presso il lago di Andalo, in circostanze mai chiarite, tanto che non si comprende come mai la persona che accompagnava l’aggredito, fosse riuscita a mettersi in sicurezza senza alcun problema.

“Gli orsi sono un patrimonio di ciascuno di noi. In Trentino sono considerati alla stregua di oggetti da rimuovere. L’orso cerca il cibo in un territorio fortemente antropizzato; è quindi assolutamente normale che si avvicini agli uomini. È compito della Provincia di Trento gestire nel migliore dei modi, senza ricorrere a metodi violenti, la fauna selvatica. In questo l’Amministrazione Fugatti si è dimostrata incapace di favorire la convivenza pacifica fra orsi e abitanti del luogo. In 12 anni il comune di Andalo non è riuscito a mettere dei cassonetti anti–orso? Siamo noi ad aver invaso il loro habitat e non il contrario”, dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.

L’individuazione di approcci adeguati e la condivisione di misure utili a fronteggiare talune criticità non possono più essere rimandati. La Provincia, ora, dovrà dare una nuova valutazione alla pericolosità per l’uomo dell’orso M57. Secondo la sentenza del consiglio di Stato: “La Provincia di Trento, consultata preventivamente l’Ispra, nell’esecuzione della presente sentenza dovrà pertanto valutare se le condizioni attuali dell’esemplare M57 abbiano inasprito l’aggressività dello stesso al punto da suggerire l’adozione di misure diverse dalla sua liberazione.

In particolare, nell’ottica della tutela dell’incolumità pubblica ispirata al principio di proporzionalità e della tutela delle condizioni dell’animale come garantita dalle fonti primarie (anche di rango comunitario), l’Amministrazione, con il ridetto supporto istruttorio, in sede di esecuzione della presente sentenza dovrà valutare se – avuto riguardo alle accertate condizioni, e ove sussistente al reale livello di pericolosità dell’esemplare – sia praticabile la liberazione con radiocollare, ovvero la soluzione analoga a quella in precedenza adottata per l’esemplare DJ3″. Non ci resta che attendere la decisione della Provincia di Trento riguardo la messa in libertà del plantigrado accompagnata da un eventuale programma di rieducazione.

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