Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Dimartedì, Sallusti smaschera l'ipocrisia Pd. Chi hanno accolto con tutti gli onori, scacco matto a Veltroni

  • a
  • a
  • a

Matteo Salvini ha incontrato Jair Bolsonaro, il controverso presidente del Brasile, in occasione delle cerimonia per i caduti brasiliani al fianco degli Alleati nella Seconda guerra mondiale, a Pistoia. Il giorno prima era stato ricevuto da Sergio Mattarella e aveva incontrato, al G20, il premier Mario Draghi. Ma solo con il leader della Lega si è scatenata l'offensiva di sinistra: Bolsonaro è un intoccabile, anzi inavvicinabile. 

 

A Dimartedì il 2 novembre Giovanni Floris passa in rassegna le dichiarazioni più controverse del presidente brasiliano per dimostrare che non era opportuno che un leader politico italiano partecipasse a un incontro ufficiale con lui. In studio Alessandro Sallusti, direttore di Libero: "Credo che stiamo confondendo i piani, io non condivido quasi nulla" delle frasi di Bolsonaro su donne, gay, tortura, razzismo e via dicendo.

 

"Il fatto è che parliamo di un presidente democraticamente eletto di un grande Paese, amico dell'Italia. Rifiutarsi di riceverlo, un vescovo si è addirittura rifiutato di celebrare la messa, lo trovo ipocrita", spiega Sallusti. "È vero, Bolsonaro irride i gay, ma abbiamo avuto Papi, capi di governo, segretari di partito come quello" di Walter Veltroni, presente in studio, "che hanno omaggiato Fidel Castro, uno che i gay non li irride, li arresta". 

 

"Lo stesso vale per altri dittatori e altri personaggi inquietanti in giro per il mondo", che vengono accolti nel vari Paesi non per quello che sono ma per quello che rappresentano, è il ragionamento di Sallusti. "Siamo alle solite, un impresentabile di destra resta impresentabile, se è di sinistra viene accolto con tutti gli onori. È l'ipocrisia italiana, e della sinistra", conclude il direttore di  Libero.

Gli esempi non mancano, la carrellata di innamoramenti dei "progressisti" nostrani per i caudillos più vari e assortiti è infinita, e va da Castro a Hugo Chavez e via andare. 

  

Dai blog