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Otto e Mezzo, Alessandro Sallusti ridicolizza Andrea Scanzi e Paolo Berizzi sul pericolo fascismo: fuori dalla realtà

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“La camicia nera è gradita anche alla Lega e Fratelli d’Italia, partiti che in questi anni hanno sdoganato il mondo del neofascismo”. Nella puntata del 1 novembre di Otto e Mezzo, programma di La7 condotto da Lilli Gruber, è ospite Paolo Berizzi, giornalista di Repubblica che va all’attacco del centrodestra sulla questione fascismo. Ma il suo discorso non convince per nulla Alessandro Sallusti, direttore di Libero: “Non mi convince tutto, è la solita propaganda. Come se io dicessi che Enrico Letta è l'erede della tradizione comunista. Io non sto negando che in Italia ci sia una frangia di estrema destra non democratica che io combatto e combatterò fino alla fine dei miei giorni. Ma dico che quando questa destra si è fatta il suo partito ed ha cercato di entrare in politica ha preso lo 0,7%, quindi perché far diventare il 40% degli italiani che votano Lega e Fratelli d’Italia uno 0,7%. Se si dice che Lega e Fratelli d’Italia sono gli eredi del partito fascista vuol dire vivere fuori dalla realtà. Anche dentro il Pd c’è uno 0,00…% di nostalgici delle Brigate Rosse”.

 

 

Berizzi nega di aver dato questo senso al suo discorso, con anche Andrea Scanzi che non condivide quanto detto da Sallusti: “Ma non è così, non ha detto questo. Sallusti come sempre gioca con le parole. Si potrebbe dire che Letta sia l’erede del comunismo se portasse in Parlamento delle persone che fanno il pugno chiuso e dicono ‘Viva Stalin’, ma non mi sembra che sia successo. Mentre mi sembra che accada spesso, soprattutto in Fratelli d'Italia ,che persone appena elette facciano il saluto romano. Carlo Fidanza, uno dei più forti dentro il partito, ironizza su Berizzi, un giornalista sotto scorta che rischia la vita. Se fossi stato Giorgia Meloni avrei fatto una telefonata a Fidanza per dirgli che era fuori da FdI”. Sallusti interviene: “L’ha fatto”. “Ma che ha fatto” replica Scanzi, che poi continua: “Si è sospeso ma non grazie alla Meloni”.

 

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