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Selfie estremi, nel 2021 è strage di giovani. Incidenti mortali per una foto

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Luigi Frasca
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Sono quasi 380, a partire dal 2008, le persone morte mentre si scattavano un selfie. Il dato, sorprendente, è ricavato da uno studio spagnolo della iO Foundation, di prossima pubblicazione sul «Journal of Travel Medicine», e di cui l’emittente francese Bfm-Tv fornisce alcune anticipazioni. In base alla ricerca, sono almeno 379 le persone morte accidentalmente tra il gennaio del 2008 e il luglio del 2021, mentre tentavano di immortalarsi in varie parti del mondo. Lo studio indica inoltre che solamente dall’inizio del 2021 si sono verificati 31 incidenti mortali di questo tipo, con una chiara tendenza al rialzo. Un’esame della casistica mostra che la maggior parte dei decessi (216) è dovuta a cadute, mentre le altre principali cause di morte sono legate ai mezzi di trasporto (incidenti stradali, incidenti ferroviari, ecc.) e ad annegamento. C’è poi un numero non irrilevante di incidenti dovuti ad un uso improprio di armi da fuoco (24), elettrocuzioni, e ad attacchi di animali selvatici (17).

 

 

Per la realizzazione dello studio, i ricercatori hanno tenuto conto di tutti gli eventi pubblicati sulla stampa o su comunicati stampa a partire dal 2008, escludendo di fatto i decessi non riportati dai media. La ricerca rileva inoltre che in un caso su tre il protagonista dell’incidente mortale era in viaggio. Nella classifica dei Paesi dove si sono verificati il maggior numero di incidenti l’India è al primo posto con 100 morti dal 2008. Seguono gli Stati Uniti (39) e la Russia (33). «I dati per l’India si spiegano in parte con il fatto che molte persone nel Paese si fanno selfie mentre si sporgono dal finestrino o dalla porta dei treni», ha spiegato Cristina Juesas, una delle cofirmatarie dello studio, ai microfoni di Bfm-Tv. La ricercatrice ha inoltre rilevato che i più esposti al rischio di incidenti, sono i giovani, come conferma l’età media delle vittime di 24,4 anni.

 

 

Nel complesso, di tutte le vittime, il 41% sono giovani sotto i 19 anni. «L’essere riconosciuti è, per qualcuno, più importante della vita stessa». E quello che «dà importanza al soggetto», nel mezzo della «epidemia dei selfie» che viviamo, è «il contesto emozionante e lo sfondo insolito che fa da contorno» a un «autoritratto sui generis». Di qui «la ricerca di uno sfondo estremo per attirare attenzione e riconoscimento». Perché il contenitore è più importante del contenuto, «facendoci riflettere sull’inconsistenza dell’esistenza, un’assenza di carne, un’anoressia». Così lo psichiatra e psicoterapeuta Giovanni Stanghellini, autore di «Selfie. Sentirsi nello sguardo dell’altro» edito da Feltrinelli, commenta con Adnkronos i dati dello studio spagnolo.

 

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