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A Roma è boom di no-vax pentiti. Picco di prenotazioni per il vaccino: effetto green pass

Antonio Sbraga
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Una nuova "marcia dei quarantamila" per poter entrare nei posti di lavoro. Tanti sono stati i residenti del Lazio che sono andati a farsi somministrare la prima dose del vaccino nella settimana che ha preceduto l’obbligo del green pass per i lavoratori. A differenza della famosa marcia dell’ottobre 1980, quando scesero in piazza a Torino impiegati e quadri della Fiat contro i picchettaggi che sbarravano l’ingresso negli stabilimenti, stavolta non è dato sapere quali categorie di lavoratori abbiano spinto di più per entrare nei centri vaccinali e aderire finalmente nella campagna pur di avere l’agognato lasciapassare verde. Però sono proprio le fasce in età lavorativa, quelle tra i 20 e i 50 anni, ad aver più chiesto la somministrazione della prima dose: in prevalenza 30enni (se ne sono vaccinati 9.543 in 7 giorni), seguiti dai 40 enni (8.837), 20enni (7.468) e 50enni (6.565). Anche se complessivamente restano in attesa di prima dose nel Lazio ben 612.117 persone (la scorsa settimana erano 652.061). Ma ci sono anche 196.885 esitanti della seconda dose. Sommati superano la quota-800 mila persone (809.002 per la precisione) in qualche modo "allergiche" al vaccino.

 

 

Il nuovo report settimanale, stilato dal commissario straordinario per l’emergenza-Covid, evidenzia che è ancora la fascia dei quarantenni quella più refrattaria alla vaccinazione: ci sono 132.914 in attesa della prima dose (la scorsa settimana erano 141.751). Ma all’appello del generale Figliuolo mancano anche 129 mila prime dosi tra gli under-19. E proprio nella fascia tra i 12 e i 19 anni il Lazio ha una media di non vaccinati (29,93%) superiore a quella nazionale (29,53%). Oltre quota centomila in attesa di prime dosi c’è anche la fascia dei trentenni: 106.029 per l’esattezza (la scorsa settimana erano 115.572). Anche la fascia dai 50 ai 59 anni sfiora quota-100mila: sono 94.986 (nel precedente report erano 101.551) i no-vax. La nuova versione del Rapporto non indica più l’andamento delle vaccinazioni tra gli operatori sanitari e quelli scolastici. Sino a fine settembre, però, il Lazio è stato per mesi maglia nera nazionale del personale sanitario: 14 giorni fa c’erano ancora 27.881 dipendenti che non avevano completato il ciclo vaccinale (lo aveva fatto solo l’86,36%, 8 punti in meno della media nazionale del 94,70%). E risultavano anche 9.353 operatori scolastici in ritardo con la seconda dose. Ma venerdì scorso, per il «primo giorno del Green Pass: nessuna segnalazione di particolari criticità» nel Lazio, ha assicurato l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato che, sull’andamento della campagna vaccinale, ha aggiunto: «superato il 90% della popolazione adulta e oltre 84% di over 12 che hanno concluso il percorso vaccinale. Il Lazio presenta tassi di copertura vaccinale tra i più alti in Europa. Per la terza dose somministrate oltre 34mila dosi agli over 80 e prenotati oltre 6mila over 60 che abbiano ricevuto la seconda dose da almeno 180 giorni. Il monitoraggio settimanale: indice RT e incidenza in calo, rischio basso».

 

 

Sono stati, infatti, «1896 i nuovi casi segnalati nella settimana», ha quantificato il nuovo rapporto settimanale del Ministero della Salute, che presenta una «stima di Rt puntuale di 0,91» nel Lazio, dove l’unico trend settimanale in ascesa riguarda i focolai. Altri dati superiori di un punto percentuale alla media nazionale riguardano, nel Lazio, sia il tasso d’occupazione dei degenti-Covid nei reparti d’area medica (294), pari al 5%, stessa quota raggiunta nelle terapie intensive (50 i pazienti). «Oggi i reparti Covid, sia nella terapia intensiva che in sub intensiva, all'80-90% sono occupati da persone non vaccinate», ha quantificato Carlo Palermo, segretario nazionale del sindacato Anaao-Assomed.

 

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