Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Michael Schumacher, "non era convinto...". La moglie Corinna rompe il silenzio sull'incidente

Giada Oricchio
  • a
  • a
  • a

È clamorosa la rivelazione di Corinna Schumacher su quel maledetto e famigerato 29 dicembre 2013 che ha cambiato per sempre la vita della leggenda della F1, Michael Schumacher: “Il giorno dell’incidente Michael non era convinto dello stato delle piste a Meribel. Mi disse che la neve non era ottimale e che avremmo potuto cambiare meta e andare a Dubai a fare skydiving”.

Un ricordo da “sliding doors” straziante per Corinna che, dopo 8 anni, rompe il silenzio sulle condizioni di salute del marito: “Non ho mai incolpato Dio per quel che è successo. Si è trattato di sfortuna. Nella vita non si può avere più sfortuna di così. Michael mi manca tutti i giorni, manca ai nostri figli, manca alla famiglia tutta, a suo padre, a quelli che gli vogliono bene”. Le dichiarazioni arrivano alla vigilia dell’uscita del documentario di Netflix (il prossimo 15 settembre, nda) sul 7 volte campione del mondo.

Corinna, 52 anni, ha votato la sua vita a salvare il marito rimasto in coma per sei mesi dopo essere caduto con il casco su uno sperone di roccia sommerso dalla neve: “Tutti sentiamo la sua mancanza, ma Michael è qui, in modo differente ma è qui. E questo ci dà forza. Viviamo insieme, seguiamo le cure, facciamo tutto affinché stia bene e possa migliorare. Vogliamo che senta che la famiglia è unita. È importante che continui ad assaporare la sua vita privata per quanto possibile. Michael ci ha sempre protetto, ora siamo noi a proteggere lui”. Ha protetto il campione dalla curiosità morbosa dei mass media, ha allestito una clinica in casa per curare e accudire il marito, che secondo Jean Todt “è vivo grazie a lei” e di fatto ha cresciuto da sola i figli Gina Maria 24 anni e Mick, 22, oggi in F1.

Nel film, il secondogenito ammette: “Fin da quell’incidente quei momenti in famiglia che tanta gente credo passi con suo padre per me non ci sono più stati o perlomeno ci sono stati in modo minore, e questo è abbastanza ingiusto. Ci capiamo in modo diverso ora, ma penso spesso a quanto sarebbe bello chiacchierare con lui, parleremmo un linguaggio simile, quello dell’automobilismo e avremmo tante cose di cui conversare. Fosse possibile sarebbe bellissimo. Rinuncerei a tutto per poterlo fare”.

Dai blog