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Quei cani di tedeschi: col lockdown boom di adozioni. Ma tornata la libertà li portano tutti nei canili

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I cani erano il bene più prezioso, perché anche in Germania alle rigide maglie del lockdown sfuggiva quasi solo la passeggiata per consentire a Fido i suoi bisognini. Così a Berlino e nelle altre città tedesche il 2020 è stato anno boom delle adozioni e degli acquisti di cuccioli. Come rivela Roberto Giardina, corrispondente dalla Germania di Italia Oggi, l'anno scorso la popolazione canina di Berlino è aumentata di 6.203 unità - il triplo del solito - più o meno come le nascite dei nuovi tedeschi (sono stati appena 467 in più). Il boom c'è stato in ogni paese, e quindi non è questa la grande novità. Ma - scrive Giardina - “sorprende che, appena arrivato il liberi tutti all'inizio delle vacanze, se ne siano sbarazzati in fretta. Consegnati al canile municipale, o abbandonati in un prato o in un bosco".

 

 

Una fine crudele, che ha riguardato anche gli altri animali più gettonati per stare in casa: gatti e conigli. Proprio dei cani di padroni, anche se Giardina nota che “i tedeschi sono convinti di amare gli animali, sempre pronti a criticare gli altri. A cominciare dagli italiani perché sparano ai passerotti e mangiano i conigli, altro animale comprato durante il lockdown per distrarre i figli piccoli e ora buttato fuori casa”. I tedeschi con sti poveri animali ne hanno fatte davvero di tutti i colori, come spiega una allevatrice - Annette Rost - che ha messo su una sorta di pensionato per animali abbandonati. “Chi non aveva un giardino”, racconta, “teneva i conigli in una scatola di cartone in terrazzo e non avendo idea di cosa dare loro da mangiare, spesso li hanno nutriti con scatolette per cani o gatti, contribuendo ad ucciderli. Mi hanno portato 60 conigli nell'ultimo mese perché volevano liberarsene. Altri però li hanno liberati in prati e boschi, dove difficilmente potranno sopravvivere perché sono bestiole nate in cattività e non sanno procurarsi cibo da soli né sfuggire a predatori come volpi e orsetti lavatori che lì pullulano”.

 

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