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In Onda, "nessun idiota..." Luttwak sull'Afghanistan spiazza tutti. La reazione di Concita De Gregorio e Parenzo

Giada Oricchio
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Edward Nicolae Luttwak, politologo ed esperto di strategia militare oltre che di politica estera e consulente strategico del governo degli Stati Uniti d’America, introduce il concetto americano di “abbandono percepito” durante la puntata di “In Onda”, martedì 17 agosto, in merito alla ritirata USA dall’Afghanistan rivendicata con forza dal presidente americano Joe Biden (“Non potevamo stare lì per sempre, la missione era finita”).

Il clima in studio è incandescente: Concita De Gregorio non crede alla tesi del co-conduttore David Parenzo che la pandemia abbia cambiato gli equilibri e aumentato gli egoismi, gli ospiti sottolineano che tutto è cambiato dieci anni fa quando fu ucciso Osama Bin Laden, la mente della strage delle Torri Gemelle nel 2001 (secondo l’intelligence si nascondeva in Afghanistan e per catturarlo furono inviate le truppe americane nel paese).

Con la sua morte, secondo l’opinione pubblica americana, la guerra era finita, invece ci sono stati altri due lustri di vittime e spese (2.300 miliardi). La co-conduttrice Concita De Gregorio chiede se la repentina evacuazione dall’Afghanistan dopo 20 anni di presenza per “esportare la democrazia” con la creazione di un esercito e di uno Stato rivelatisi di cartapesta, sia una sorta di deja-vu della grande fuga degli americani dal tetto di Saigon nel 1975, che certificò il devastante errore della guerra in Vietnam.

Ma Edward Luttwak spiazza tutti con un’analisi particolare: “Nel 1975 gli americani abbandonano Saigon mentre Berlino era circondata dalle truppe sovietiche e chi non capiva la strategia internazionale pensò che se avevano abbandonato Saigon avrebbero abbandonato Berlino. Oggi il Globo Times, la cucina bassa della propaganda cinese, ha detto che gli americani hanno abbandonato Kabul e quindi lo faranno anche con Taiwan. Ma Taiwan è il Pacifico Occidentale, non è Kabul. Se i cinesi pensano che gli americani abbandonano avranno la sorpresa della loro vita. I cinesi dicono che quando loro arriveranno su Taipei, città a nord di Taiwan, gli americani abbandoneranno come fatto con Kabul. E’ lo stesso del 1975: nessuno a Mosca pensò di poter prendere Berlino nonostante la fuga da Saigon. Nessun idiota a Pechino penserà che gli americani abbandoneranno Taiwan”.

La De Gregorio sembra ridere sotto i baffi, ma reagisce in maniera diplomatica: “Chiuderei su questo, sull’interessante introduzione della suggestione del concetto di abbandono percepito”, si sente qualche risatina di scherno, mentre David Parenzo non si nasconde e sorride a fior di labbra sulla precipitosa fuga con i cargo trasformata in “abbandono percepito” sottolineando che Taiwan ricopre per gli USA un’importanza strategica ben diversa da Kabul. Al momento dei saluti però, la giornalista dà l’affondo e polemizza seppur sul filo dell’ironia: “Mi dispiace un po’ lasciare il tema dell’abbandono percepito, ci torneremo anche perché così andiamo all’età percepita, all’altezza percepita, il caldo percepito… però gli americani se ne sono andati e questo è un fatto, percepito o no, l’aereo è partito…”. E' incontenibile e con gli occhi fa un’evidente espressione di scettico disappunto.

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