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Gino Strada, la rivelazione drammatica dell'amico Massimo Moratti sulla morte: "C'erano problemi"

Giada Oricchio
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E’ intimo, profondo e sconquassante il ricordo di Massimo Moratti, ex storico patron dell’Inter, per l’amico Gino Strada, il medico fondatore di Emergency morto venerdì 13 agosto all’età di 73 anni.

Raggiunto dal “Corriere della Sera” edizione Milano, l’imprenditore ha confessato: “Stiamo cercando di aiutare col rimpatrio, dare una mano per quanto e come possibile. L’avevo sentito due giorni fa, al telefono. Aveva progetti, come sempre, ma questa volta doveva preoccuparsi anche della propria salute, ma nessuno pensava che, così velocemente…”.

Il legame tra i due era nato all’inizio degli anni Novanta e si era fatto subito speciale: “Oh il mio amico Gino, lei ha in mente l’amico perfetto? Quando era a Milano ci incontravamo anche due, tre volte alla settimana. Ore e ore, e non bastavano mai. Si parlava, si rideva, ci si faceva seri, si tornava a parlare e ridere. Non che stessimo lì a raccontarci il lavoro, le cose note, insomma quelle che ci impegnavano tutto il giorno. Con l’amico perfetto ti lasci andare e dialoghi sulla vita, intendo la meraviglia della vita svelata da un incontro, un gesto, un pensiero”.

Moratti ripercorre quelle chiacchierate fatte di sensazioni e ricordi dei genitori e dei compagni incontrati lungo il cammino della vita: “C’era il pensiero di noi da bimbi, il pensiero ai nostri figli, le parole che magari non abbiamo detto loro o che invece loro ci hanno detto e che senza darlo a vedere ci hanno scosso l’anima. Quelle cose che condividi con un amico vero”.

Massimo Moratti si schernisce sulle risorse donate a Emergency, ma ci tiene a sottolineare: “Lui non teneva niente per sé. Con “niente”, intendo proprio nemmeno il minimo indispensabile. Non aveva mezzi, nulla di nulla, zero, e s’intende che non era un vezzo, non era una maschera, non era il calarsi dentro un personaggio. Voleva la pace nel mondo intero. Attenzione: nella sua testa non era affatto un’utopia, ci credeva davvero. Del resto, con tutte le guerre che ha attraversato… Era un uomo di concretezza assoluta, aveva le persone da aiutare come priorità, fine”.

Gino Strada era dotato di una “prorompente capacità di convincerti. Un trascinatore naturale”, ma “non era un moralista, un predicatore, uno che stava lì a osservare e lanciare sentenze. (…). Non lanciava veleno ai suoi detrattori o critici”. Ci mancherà.

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